Truffa alle aziende da tre miliardi: il “dominus” era uno spezzino

Tra i sei arresti anche un suo “collaboratore” di Borghetto Vara

IL DOMINUS Secondo la Finanza, a coordinare la maxi truffa sarebbe stato Aldo Pietro Ferrari, residente a Parma ma originario di Follo

IL DOMINUS Secondo la Finanza, a coordinare la maxi truffa sarebbe stato Aldo Pietro Ferrari, residente a Parma ma originario di Follo

La Spezia, 12 ottobre 2016 - SI ALLUNGA fino alla Spezia un’inchiesta della Guardia di Finanza di Parma su una mega truffa da 3 miliardi di euro a base di finanziamenti fantasma ai danni di una settantina di imprenditori. Il regista dell’intrigo è originario di Follo: Aldo Pietro Ferrari, 73 anni. Il suo più stretto collaboratore abita a Borghetto Vara: Cosimo Barbiero, 63 anni. Entrambi ieri sono finiti in carcere – all’esito dell’operazione denominata Re Mida – perché ritenuti gli uomini chiave di un’associazione per delinquere composta da altri dodici soggetti, quattro dei quali sono finiti ai domiciliari. Ferrari, con precedenti specifici in materia di truffa e riciclaccio, è stato arrestato a Parma, sua città di residenza e base operativa della banda di colletti bianchi che aveva tentacoli in varie parti d’Italia. Barbiero è stato raggiunto nella sua abitazione di Borghetto Vara dagli uomini della Guardia di Finanza della Spezia che hanno collaborato con i colleghi di Parma nell’esecuzione dell’ordinanza e di alcune perquisizioni.

«GRAZIE all’utilizzo di particolari tecniche di indagine, a pedinamenti, all’analisi di centinaia di contratti, nonché ai numerosissimi riscontri sulle banche-dati in uso al Corpo abbiamo potuto ricostruire - dice il colonnello Salvatore Russo, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Parma - un articolato sistema di truffa a danno di decine di imprenditori italiani ed esteri, spesso in stato di difficoltà che, per ottenere i finanziamenti, si erano rivolti alla società neozelandese International World Investment Loans (Iwil). Ma questa, dipinta come ente di intermediazione finanziaria, era in realtà una società fantasma, sebbene, come emerso dalla documentazione sequestrata e dalla pubblicità in rete, vantasse sedi in Nuova Zelanda, Delaware, Israele, Giappone, Singapore e Grecia».

DIETRO la fantomatica Iwil si celava, in realtà, l’associazione per delinquere – diretta, secondo l’accusa, da Ferrari – che fingeva di operare alla luce del sole utilizzando immobili di pregio presi in affitto nella città di Parma. Le apparenze erano quelle di un normale operatore nel settore finanziario: ma i prodotti proposti sono sono rilevati un bluff.

«LA TRUFFA – spiega Russo – veniva perpetrata proponendo contratti di finanziamento a tassi agevolati, senza le necessarie misure di garanzia e con la sottoscrizione di un fittizio contratto di investimento che addirittura serviva ad abbattere i costi dell’operazione. Dopo la sottoscrizione, veniva richiesto il versamento di una somma di denaro a titolo di spese per l’istruzione della pratica, a fronte del quale seguiva anche l’emissione di una fattura fiscale: l’ennesimo artifizio finalizzato a generare una certa rassicurazione nel cliente, tuttavia in grado di permettere all’organizzazione di incassare una somma anche maggiore di denaro. Alla fine della messinscena, non un solo euro di finanziamento è stato erogato...».

Corrado Ricci