
Una siringa in uno de parchi spezzini
La Spezia, 15 maggio 2015 - AVREBBE dovuto essere il pomeriggio dell’allegria, del divertimento al parco con gli amichetti, della gioia di passare qualche ora con i propri genitori. Ma per colpa di uno sconsiderato, il gioco ha lasciato spazio all’angoscia e la spensieratezza, in un attimo, è stata travolta dalla paura. Una siringa abbandonata da un tossicodipendente all’interno del parco della Maggiolina è la causa che da mercoledì pomeriggio sta tenendo in apprensione un’intera famiglia spezzina, con un figlio di sei anni. E’ lui lo sfortunato protagonista di una vicenda destinata a sollevare forti polemiche.
TUTTO è accaduto in pochi attimi, nei pressi del campetto da pallacanestro adiacente all’anfiteatro, quando tutta l’area del principale parco cittadino era affollata di bambini e genitori. Il bambino stava giocando con un bimbo di qualche anno più piccolo, sotto lo sguardo vigile della madre. Lì, gettata tra un cespuglio e un muretto, c’è una siringa. Gli occhi del piccolo vengono attirati da quel piccolo e sconosciuto oggetto. Il bambino prende in mano la siringa e, maneggiandola, si punge la guancia con l’ago, ancora sporco del sangue di chi l’aveva utilizzata precedentemente. In un attimo, sul parco scende la paura. Una bambina di poco più grande si accorge di ciò che accade, e lancia l’allarme. La madre, richiamata dal pianto del figlio, allontana la siringa, prende in braccio il piccolo e assieme al marito si precipita al pronto soccorso del Sant’Andrea, dove il bambino viene preso in consegna dai medici dei reparti di Pediatria e Infettivi. Il bimbo viene sottoposto alla profilassi del caso e ai primi esami, che dovranno essere ripetuti per un anno. E’, di fatto, l’inizio di un vero e proprio calvario per il piccolo e i suoi genitori, fatto di visite periodiche in ospedale ed accertamenti medici per monitorare la situazione e scongiurare l’incubo determinato dal’insorgenza di quelle malattie trasmesse attraverso il contatto con sague infetto, come l’epatite B, o ancora peggio l’Hiv.
DI SICURO, quanto accaduto potrebbe avere ben presto risvolti giudiziari. La famiglia sembra infatti intenzionata a rivolgersi a un legale per chiedere giustizia per quanto accaduto al parco della Maggiolina. Sconcerto e rabbia sono i sentimenti che dominano lo stato d’animo e il pensiero della famiglia, ovviamente scossa per quanto accaduto. «Queste cose non dovrebbero assolutamente accadere, soprattutto in un parco pubblico, vissuto dai bambini – spiega il padre del piccolo di sei anni –. Per la nostra famiglia è l’inizio di un calvario, speriamo bene. Dovrebbero esserci maggiori controlli, soprattutto in un’area che viene frequentata esclusivamente dai più piccoli. Come è stato possibile che, in un’area frequentata da così tanti ragazzi e giovanissimi, e che dovrebbe essere pensata proprio per evitare ogni pericolo, si trovasse addirittura una siringa appena utilizzata, tanto che era ancora presente del sangue sull’ago? Chi doveva vigilare sulla presenza di oggetti pericolosi e provvedere alla pulizia delle aree? Stiamo pensando di rivolgerci a un avvocato». L’episodio ha ovviamente scatenato forti polemiche tra i genitori, che adesso chiedono più sicurezza. Anche perché prima dell’episodio di mercoledì pomeriggio, altre volte mamme e papà hanno dovuto imbattersi in siringhe abbandonate all’interno del parco della Maggiolina. «Dalla scorsa estate ne sono state ritrovate tre, fortunatamente i genitori sono riusciti a individuarle e a levarle ancor prima che finissero nelle mani dei nostri bambini – spiega un gruppo di genitori –. Ormai prima di far giocare i piccoli siamo costretti a perlustrare l’area palmo a palmo, per evitare spiacevoli sorprese, ma non si può venire al parco, luogo dove dovrebbe esserci la massima tranquillità, con la paura che a poca distanza dai giochi utilizzati dai ragazzi si trovino delle siringhe. Servono più controlli sotto questo profilo, ovvero per impedire a queste persone di mettere a repentaglio la salute dei nostri figli». Una misura, quella del controllo del parco, che ieri a ventiquattro ore dall’episodio ha visto protagonista lo stesso gruppetto di genitori, che hanno perlustrato alcune aree solitamente utilizzate per giocare a calcio o per correre.
Matteo Marcello