MASSIMO MERLUZZI
Cronaca

L’incubo del serial killer, 3 i delitti di lucciole avvenuti in Val di Magra e ancora senza colpevoli

Alla fine degli anni ’90 una scia di sangue segnò le vie della prostituzione. Una giovane nigeriana gettata nel fiume venne ritrovata sull’isola Palmaria. Nel 2005 un’altra vittima per la quale è stato però condannato un cliente

I rilievi effettuati dai carabinieri della compagnia di Sarzana sulla scena del crimine alla ricerca di indizi utili (foto di archivio)

I rilievi effettuati dai carabinieri della compagnia di Sarzana sulla scena del crimine alla ricerca di indizi utili (foto di archivio)

La Spezia, 22 maggio 2025 – Alla fine degli anni Novanta il mercato della prostituzione in Val di Magra divenne un fenomeno strutturato in grado di produrre un notevole giro di affari. Tante giovane donne animavano la piazza del sesso a pagamento dividendosi equamente le aree di lavoro: dall’inizio di viale XXV Aprile fino al confine con Marina di Carrara e Ameglia. Su un lato della strada le ragazze dell’Est sull’altro le giovani africane. Nulla veniva lasciato al caso e alla libera scelta. Vigevano l’ordine e il rigore. Alla fine degli anni Novanta una scia di delitti sconvolse la vallata e sulle notti nel viale scese una cappa di terrore. Tre donne furono uccise, diverse ferite e minacciate. Non sono mai stati trovati i responsabili della morte di Mikaela Mika, Idemudia Blessing e Andije Vujuvic. Uccise in un regolamento di conti tra clan oppure da un serial killer? In quegli anni il mercato della prostituzione garantiva ricchezza quindi non solo le fonti di guadagno non venivano lasciate libere di scegliere un’altra vita, tantomeno sacrificate.

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I rilievi effettuati dai carabinieri della compagnia di Sarzana sulla scena del crimine alla ricerca di indizi utili (foto di archivio)

L’eccezione potrebbe essere Mikaela Mika, albanese di soli 17 anni, trovata uccisa il 15 settembre 1998 nel bagno del suo appartamento a Marina di Massa, massacrata a colpi di bastone. Era una presenza fissa della notte su Viale XXV Aprile, all’incrocio con il quartiere di Luni Mare. Dalle indagini, che non portarono al colpevole, emerse però la pista del denaro. La ragazza potrebbe aver ingannato i suoi protettori sottraendo i soldi del suo lavoro, quindi la morte potrebbe essere stata una punizione oltre che un monito per altre compagne di vita.

Idemudia Blessing aveva 21 anni quando venne ripescata al largo dell’isola Palmaria. Lavorava sul viale XXV Aprile in una zona riservata alle ragazze africane e proprio un’amica ne denunciò la sparizione. Tracce di sangue vennero rinvenute in una zona di fiume dopo l’isola ecologica di Silea. Un punto scelto proprio per consumare i rapporti a pagamento. Il corpo della ragazza venne buttato in acqua e poi trovato con il cranio spaccato 40 giorni dopo la denuncia di sparizione. Le indagini non hanno mai portato a nulla. Un episodio analogo, e proprio per questo si iniziò a parlare di un serial killer, accadde la notte dell’11 maggio 1999. La croata Andije Vujuvic venne ritrovata senza vita a Santo Stefano Magra. L’assassino si accanì sul suo corpo sbattendole la testa contro un container.

Oltre agli atroci delitti altre ragazze vennero aggredite: una giovane nigeriana ferita al volto con una coltellata a Marinella, una collega ungherese raggiunta all’addome con un fendente e infine un’altra africana “volata” da un cavalcavia sulla Variante Cisa nel tentativo di mettersi in salvo oppure spinta da qualcuno. Vennero fatti collegamenti anche con la Questura di Pisa per analogie con fatti accaduti nel territorio toscano ma le indagini eseguite da polizia e carabinieri non portarono mai a nulla. Per le tre donne uccise non è mai stato trovato un colpevole. Dopo anni di calma il 9 gennaio 2005 in uno spiazzo seminascosto a lato del cavalcavia di Luni Mare venne rinvenuto il corpo di Laureta Kikija, 21 anni albanese. La lunga indagine svolta dagli inquirenti portò all’arresto di un 57 enne italiano che venne poi condannato a 16 anni col rito abbreviato.