ALMA MARTINA POGGI
Cronaca

Sei mesi con la nostalgia nel cuore. Nave Marceglia torna in Arsenale

Striscioni e un coro di applausi per salutare la fregata, di ritorno dalla lunga campagna nell’Indopacifico. In banchina con i familiari dei militari, tra lacrime e abbracci: "È stata dura, ma ora quanta emozione".

Qua sopra, la famiglia del commissario Elena Nervi

Qua sopra, la famiglia del commissario Elena Nervi

‘Sei porto sicuro casa, bentornato papà!’ Sofia, 16 anni, Paolo, undici, ed Elisa, quasi 9. In piedi, sulla banchina dell’Arsenale militare della Spezia, tengono alto con le mani e ben disteso, il cartellone bianco che hanno preparato e su cui campeggia la loro scritta: a caratteri azzurri ma soprattutto cubitali, perché anche a distanza, dal ponte di quella nave, la fregata Antonio Marceglia, il loro papà possa vederla. Sono arrivati dalla provincia di Lecce, insieme alla loro mamma, Alessandra Carrozzo, per riabbracciarlo; dopo che a gennaio lo hanno visto salpare per mari lontani.

Si è conclusa ieri mattina infatti, alla Spezia, la campagna di proiezione operativa nell’area Indo-Pacifica di nave Marceglia che ha toccato 15 porti di 14 paesi di due diversi continenti. Ma quello che ancora non sapevano i 182 membri del suo equipaggio – di cui 36 donne – è che i veri ‘porti sicuri’ per le proprie famiglie – proprio come hanno scritto Sofia, Paolo ed Elisa –, sono stati sempre e solo loro. Figli, madri, padri, mogli, mariti ma anche sorelle, fratelli, nonni, amici, fidanzate e fidanzati: tutti sulla quella banchina, ieri mattina, nella trepidante attesa di un abbraccio. E’ proprio quello che mamma Monica, papà Alberto e Manuela Sergi, la fidanzata, non vedono l’ora di dare al loro Giovanni che, a 23 anni, ha vissuto la sua prima missione. "È stata una grande esperienza per lui – dice Monica – che lo ha arricchito tanto. Certo, un bel po’ di preoccupazione da parte nostra c’è stata, soprattutto in questo momento storico e rispetto alle notizie che ogni giorno apprendevamo dal telegiornale. Tuttavia, anche questo, lo ha fatto crescere". E’ lo stesso abbraccio che Simone, 7 anni, e Mattia, 12, hanno bisogno di sentire, stretti di nuovo tra le forti braccia di papà Andrea. "Questi mesi sono stati molto lunghi e complicati – racconta mamma Fabiola De Moro – soprattutto per i nostri due figli che vivono con difficoltà questi distacchi. Anche per me – confessa Fabiola mentre le inumidiscono gli occhi – è stato un periodo impegnativo ma con il supporto della famiglia, la tecnologia che ci ha permesso di rimanere in contatto e soprattutto grazie all’amore che ci lega si supera tutto". Un abbraccio, di quelli che lasciano quasi senza respiro, anche per Martina Alfarano che da Venezia è arrivata su questa banchina per accogliere il suo fidanzato con il quale è legata da 5 anni: "E’ stato difficile stare lontani così a lungo. E’ stata la sua prima missione e questo mi ha preoccupata ancora di più, soprattutto per le zone che la nave ha toccato, ma oggi sto vivendo un’emozione unica perché, essendo anch’io in Marina, tra 20 giorni toccherà a me partire. Tra noi due è sempre un ‘a presto’".

E poi sul quel pontile c’è anche una doppia attesa, è quella di Ilaria Bellis, 32 anni, marchigiana trapiantata alla Spezia, che attende il marito e il papà del loro Mattia che nascerà tra pochi mesi: "Mio marito e io abbiamo scoperto dell’arrivo di Mattia solo qualche giorno prima della sua partenza. Sono riuscita a raggiungerlo durante la missione quando ha fatto tappa in Giappone ed è stato come ritrovarci tutti e tre". Una missione davvero importante quella di nave Antonio Marceglia, che ha portato al consolidamento della presenza della difesa nazionale e della cooperazione internazionale, con la valorizzazione del ’Sistema Italia’ in termini tecnologici, industriali e culturali. "E’ stata una campagna fondamentale per l’Italia – ha detto il contrammiraglio Massimo Bonu, rivolto all’equipaggio –, una campagna che ha portato il nostro tricolore a Gibuti, Colombo, Benoa, Laem Chabang, Manila, Yokosuka e Osaka, Busan, Singapore, Jakarta, Langau, Mumbai, Doha, Karachi e Salalah. Avete partecipato alla difesa del nostro paese e dell’intero nostro sistema. Parlo dell’esercitazione Komodo 2025 che ha consolidato l’interoperabilità della nostra Marina con quelle straniere, rappresentando l’Italia all’evento mondiale più importante dell’anno all’Expo 2025 ad Osaka; e aggregati a Cpf 465 l’operanzione Atalanta per il contrasto alla pirateria. Siete inoltre passati nello stretto di Hormuz proprio durante la guerra tra Iran e Israele. Questa unità, come nave Vespucci e nave Rizzo – conclude – ha avuto il privilegio, non a caso, di essere individuata dall’arcivescovo ordinario militare, Monsignor Santo Marcianò, tra le chiese giubilari del 2025".