
Cristian Totti
Porto Venere, 30 giugno 2019 – Le vicende della nave-ambulanza Sea Watch, sull’onda del clamore suscitato dall’arresto del comandante Carola Rackete, sono seguite con particolare attenzione a Porto Venere. Lì è conosciuto un membro dell’equipaggio dell’unità dell’ong tedesca entrata in rotta di collisione dal ministro Matteo Salvini: Cristian Totti, 46 anni, cittadino tedesco, frequentatore abituale del borgo, dove la mamma possiede una villa nei pressi della chiesa di San Lorenzo. E’ stato lui, comparendo in video, a fungere nei giorni scorsi da interprete nell’intervista al comandante-coraggio che – dopo aver soccorso i migranti nel Canale di Sicilia e aver forzato il blocco del porto di Lampedusa – è ora indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, rifiuto di obbedienza e violenza a nave militare (una vedetta della Guardia di Finanza).
Cristian, titolare di un’azienda di produzione di utensili meccanici a Wuppertal in Vestfalia, è molto impegno nel sociale; ha partecipato, in passato, a varie missioni umanitarie, soprattutto in Bielorussia e verso le vittime dell’incidente nucleare di Chernobyl. Si imbarcò sulla Sea-Watch nel 2016 con l’incarico di cuoco. Le sue competenze nautiche lo hanno poi portato a diventare “rhib driver”, ossia pilota dei battellini veloci che l’equipaggio usa per recuperare i naufraghi. E’ stato lui, anche l’ultima volta, a raggiungere in gommone coi migranti alla deriva e a portarli in salvo sull’unità battente bandiera olandese.
"Fin da bambino ha frequentato il paese, integrandosi soprattutto con i residenti della sua età. E’ un ragazzo generoso, pronto ad aiutare chi ne ha bisogno. Non mi stupisce che abbia deciso di imbarcarsi sul Sea Watch e di prodigarsi nei soccorsi in mare» dice Dario Caprioli, barcaiolo di Porto Venere, uno che di mare se ne intende. «Ha fatto quello che ha sentito come suo dovere fare... che poi è il dovere di tutti i marinai nei confronti di chi si trova in difficoltà fra i flutti». Anche poi violando la legge con lo sbarco ‘proibito’ a Lampedusa? «Non entro nel merito delle ragioni che hanno portato all’arresto del comandante. Certo occorrerebbe aiutare i migranti prima che prendano il mare, risolvere il problema alla radice. Ma quando si trovano alla deriva, un marinaio non può tirarsi indietro, deve aiutare che rischia la vita».
"Salvare naufraghi non può che fargli onore; è un bravo ragazzo...", dice Giovanni Dotti, il sindaco della calata.