REDAZIONE LA SPEZIA

Scavi nell’area sacra alla ricerca delle origini

Conoscere meglio la storia più antica dell’occupazione dell’isola del Tino. E’ l’obiettivo della campagna di scavi iniziati nella perla del golfo all’inizio della scorsa settimana L’indagine si sviluppa nell’area sottostante il monastero romanico, dove si trovano i resti di una struttura (un’abside ?) con fondazioni possenti, ancora enigmatica. L’intervento è finanziato dal MIC (Ministero della Cultura) tramite la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti, Paesaggio della Città Metropolitana di Genova e la Provincia della Spezia. L’importo di 50.000 euro (lordi, comprensivi di tutto) è stato deciso dalla soprintendente architetto Manuela Salvitti ed approvato dal dottor Luigi Gambaro, archeologo responsabile del comune di Porto Venere, a coronamento dell’istruttoria avviata dal precedente soprintendente Vincenzo Tinè. Lo scavo si sta svolgendo sotto la direzione scientifica della dottoressa Aurora Cagnana, archeologa in servizio presso la stessa Soprintendenza. Partecipa ai lavori un team di sei archeologi, col coordinamento sul campo del dottor Luca Parodi, della Ditta “Viarengo e Tiscornia”.

A curare i trasferimenti sull’isola degli archeologi sono in mezzi dell’associazione a Life on the sea nell’ambito gli interventi-assit che provengono anche dai volontari del Cai e dell’associazione Amici dell’isola del Tino.

C.R.