Ristorazione, cresce l’occupazione. Ma pesano le bollette

Crescono i consumi e l’occupazione, ma il trend è ancora inferiore ai livelli pre pandemia. È la foto scattata dal Rapporto annuale sulla ristorazione, curato da Fipe Confcommercio presentato ieri a Roma, che ha fatto emergere luci e ombre. Il quadro complessivo registra una crescita dei consumi e dell’occupazione, sebbene rimangano sotto i livelli pre pandemia di 4 punti percentuali. La spesa delle famiglie nella ristorazione è risalita a circa 82 miliardi di euro, avvicinandosi agli 85 miliardi e mezzo del periodo pre-Covid, trainata anche dal ritorno del turismo internazionale, mentre il valore aggiunto del settore ha superato nel 2022 i 43 miliardi di euro (+18% rispetto al 2021). Un quadro, quello nazionale, simile a quello provinciale, dove secondo Diego Sommovigo, presidente provinciale di Fipe Confcommercio La Spezia "pur avendo recuperato in parte i livelli dei consumi pre Covid, l’impatto del forte aumento delle bollette e, seppure meno intenso, delle materie prime, hanno messo a dura prova la tenuta dei conti economici delle aziende. Un altro elemento da tenere in considerazione è l’occupazione. Esiste un gap da colmare tra le figure necessarie alle imprese e il numero di lavoratori disponibili. Questo dato è un ulteriore incentivo a moltiplicare gli sforzi per trovare soluzioni. Come Confcommercio La Spezia stiamo stilando accordi con le realtà del territorio coinvolte, come l’istituto Alberghiero Casini, il Centro per l’impiego e la politica, con l’obiettivo di dare risposte concrete alle aziende. Non è il momento delle lamentele, ma del rimboccarsi le maniche e lavorare tutti insieme".

Secondo il report nazionale, a dicembre 2022 erano 336 mila le imprese operative nel mercato della ristorazione. Di queste, 9.526 avevano avviato l’attività nel corso dell’anno, mentre sono state 20.139 quelle che hanno abbassato le saracinesche a causa degli strascichi della crisi pandemica e del forte incremento dei costi, in particolare delle materie prime e dell’energia. Quanto all’occupazione, secondo il Centro studi Fipe c’è stato un deciso balzo in avanti che l’ha riportata vicino ai livelli pre-pandemia. le oltre 165mila aziende con almeno un dipendente hanno impiegato nel 2022 una media di oltre 987mila lavoratori, solo 3.700 in meno del 2019. Tuttavia, il 35% delle imprese dichiara di avere avuto grossi problemi di reclutamento, a causa della mancanza di candidati e di profili e competenze adeguate all’impresa che vuole assumere. Nell’era pre pandemica la somma delle due cause era pari al 25% sul totale, nel 2023 è cresciuta fino a toccare il 40% e le figure più ricercate sono camerieri e cuochi.