Regione Liguria: no al congedo mestruale per studentesse e lavoratrici

Bocciata la mozione di Selena Candia della Lista Sansa: “Si è persa l'occasione di fare un passo in avanti nei diritti delle donne”

Selena Candia

Selena Candia

Genova, 30 maggio 2023 - No al congedo mestruale per studentesse e lavoratrici affette da dismenorrea, vulvodinia ed endometriosi. Lo dice il consiglio regionale della Liguria, dopo la mozione, presentata dalla consigliera della Lista Sansa, Selena Candia. È stata bocciata dall'aula con 13 voti contrari della maggioranza di centrodestra, 10 voti a favore della minoranza e tre astenuti, i consiglieri della Lista Toti, Angelo Vaccarezza, Chiara Cerri e Daniela Menini.

Il documento impegnava la giunta "a valutare l'opportunità di avviare un dialogo con il direttore dell'Ufficio scolastico regionale affinché sia inserito il congedo mestruale nei regolamenti d'istituto delle scuole secondarie di secondo grado" e "a sollecitare, nelle sedi istituzionali opportune, l'avvio di un iter legislativo volto alla previsione del congedo mestruale per le lavoratrici".

Per Candia, "nel Consiglio regionale di oggi si è persa l'occasione di fare un passo avanti nei diritti per le donne e dispiace che, nonostante l'apertura da parte di alcuni consiglieri di centrodestra, sia prevalsa la strumentalizzazione politica rispetto all'oggetto della mozione". Per la consigliera, "occuparsi di questo tema con atti politici significa ridurre il divario di genere sul posto di lavoro e a scuola, dando alle donne maggiori opportunità di conciliare vita lavorativa e di studio con quella privata". La mozione riprendeva anche la proposta di alcune studentesse spezzine del liceo Cardarelli che hanno suggerito di modificare il regolamento d'istituto prevedendo "il riconoscimento per le studentesse affette da dismenorrea, vulvodinia o endometriosi certificata della possibilità di produrre un solo certificato medico, presentabile all'inizio dell'anno, per riconoscere sino a due giorni al mese come deroghe al vincolo di frequenza di almeno tre quarti dell'orario annuale personalizzato".

Inoltre, si suggeriva per "le studentesse che soffrono di dolori acuti durante le mestruazioni, la possibilità di produrre un certificato medico ogni qualvolta questi non permettano alla studentessa di essere presente a scuola, in deroga al monte ore massimo consentito ai fini della validità dell'anno scolastico".

Ad esprimere il parere contrario della giunta, l'assessore alla Scuola, Simona Ferro, per cui la materia non rientra nelle competenze esclusive della Regione. "C'è già una deroga al limite minimo di presenze per gli studenti e il collegio di istituto legittima questa deroga. Le assenze vengono già giustificate con un certificato medico per gravi patologie e terapie". Posizione condivisa anche dall'assessore al Lavoro, Augusto Sartori. Per la consigliera di Fratelli d'Italia, Veronica Russo, "non è detto che tutte vogliano fare questo outing: sottolineare specificità legate al sesso è un modo per aumentare le discriminazioni. Io sono riservata, non sarei contenta che venisse detta la motivazione di una mia assenza".

La consigliera della Lista Toti, Lilli Lauro, spiega la sua contrarietà alla mozione sottolineando che "tutte le compagne dei miei figli sono contrarie. Vengono chiesti due giorni al mese di assenza, ma faccio notare che i malati oncologici hanno diritto a tre giorni al mese". Per la proponente Candia, "lo stop alla mozione interrompe un percorso che il consiglio regionale aveva recentemente intrapreso per riconoscere l'endometriosi e la vulvodinia, disturbi associati a dolori mestruali particolarmente intensi e debilitanti".