Ratti e i suoi lillipuziani Un esercito di miniature dalle palettine di plastica

La mostra-performance in programma oggi nella galleria Tubocubo di Pelosi. Spazio alle figurine di volti noti, da Trump a Cobain, e di incontri casuali.

Ratti e i suoi lillipuziani  Un esercito di miniature  dalle palettine di plastica

Ratti e i suoi lillipuziani Un esercito di miniature dalle palettine di plastica

Ha iniziato nel 2006 chiedendo le palettine e i cucchiaini di plastica usati per girare lo zucchero nel caffè a compaesani, ma anche a sconosciuti, alle sagre di Piana Battolla, suo paese di origine. Un po’ di fiamma, respiro trattenuto per non inalare puzza e tossicità, una buona dose di arte et voilà, da materiale destinato alla pattumiera o al riciclo quando andava bene, ecco una piccola opera a immagine e somiglianza del donatore improvvisato. "Uno strumento di socializzazione in cui l’arte veniva calata, nato da un rito".

Diciassette anni dopo, quest’idea è diventata un nutrito esercito di miniature – ne ha realizzate oltre 300 – che hanno evoluto i risultati di questo esperimento arricchendolo di colori e dettagli. Alessandro Ratti porterà un terzo dei suoi lillipuziani uomini e donne nella mostra-performance in programma oggi pomeriggio a partire dalle 18.30 nella galleria TuboCubo, recentemente lanciata da Roberto Pelosi per dare visibilità agli artisti locali (e non): si chiama ’PlastificAzioni’ e nello spazio espositivo di via Carpenino lo vedrà mettere in scena uno spettacolo unico dedicato alle sue creature, che appariranno sul piano di un tavolone bianco. Palettine del gelato, forchette, cucchiaini, coltelli usa e getta dismessi, spesso ridotti in frammenti sono la materia da plasmare e l’artista – scenografo ormai trapiantato alla Spezia – se li porta appresso in un contenitore, pronto a usarli secondo ispirazione ed incontri. Sì, perché oltre ai famosi – da Trump all’assaltatore del Campidoglio, da Cobain colto nell’atto del suicidio ai supereroi –, ci sono anche quelli nati da un faccia a faccia: ritratti alti neanche cinque centimetri, chiusi in scatoline trasparenti. Amici, artisti, new entry. Oggi ha un laboratorio dotato di cappa aspirante, per evitare i fumi dannosi, ma questa forma di ‘arte circolare’, che per Ratti è "strumento di mediazione e non risultato estetico", sa andare oltre il lato pop. "Con queste dimensioni, utilizzo meno plastica: la troviamo ovunque, in sovrabbondanza e i miei omini sono così piccoli anche per consumare meno materiale".

Chiara Tenca