REDAZIONE LA SPEZIA

Caos ospedali, esplode la rabbia degli infermieri: “Lavoriamo in condizioni assurde”

Duro j’accuse di Assunta Chiocca del sindacato Nursind. “Prima il black-out, poi il caldo insopportabile”

Il blackout ha bloccato le attività sanitarie negli ospedali di Spezia e Sarzana

Il blackout ha bloccato le attività sanitarie negli ospedali di Spezia e Sarzana

La Spezia, 1 luglio 2025 – Tre giorni da incubo per chi è andato negli ospedali di Spezia o Sarzana per visite o terapie, ma soprattutto chi nelle corsie ci passa la gran parte della giornata con un camice addosso. Quanto accaduto nel fine settimane (e ieri) ha scatenato la dura protesta del sindacato degli infermieri Nursind che “fra blackout informatico, personale e assistiti sfiniti dal caldo, telefoni in tilt e sistemi bloccati” sottolinea come la situazione nei reparti ospedalieri di Sarzana e Spezia dell’Asl 5 “stia raggiungendo un livello di criticità senza precedenti. Dal 28 giugno sera l’intero sistema informatico è rimasto fuori uso, “bloccando completamente gli esami e altre procedure essenziali per l’assistenza sanitaria. Nonostante la direzione sia stata informata del problema e abbia cercato una soluzione, il protrarsi dell’interruzione ha portato all’esasperazione il personale sanitario, già in condizioni lavorative difficili”. A questo si è aggiunto il malfunzionamento dei telefoni “con ulteriore confusione”.

Nel Sert di Sarzana, denuncia Assunta Chiocca segretario territoriale di Nursind “il blackout ha avuto un impatto devastante: alcuni farmaci essenziali non sono stati somministrati perché la rete era bloccata”. Difficoltà anche a Medicina Nucleare “con telefoni, internet e Moc bloccata, aumentando il caos organizzativo”. A complicare ulteriormente le cose, ci si è messo il sistema di aria condizionata “fuori uso in numerosi reparti chiave, tra cui l’area medica e l’infettivologia”. Guasto a quanto parte “non recente, ma segnalato da oltre un mese senza risultati” come nel caso del Prericovero di Sarzana dove la situazione non è migliore. “Senza aria condizionata, il reparto è diventato insopportabile per medici infermieri, operatori di supporto e pazienti. Nella centrale dei condizionatori, situata davanti all’entrata della medicina d’urgenza, ogni estate si vedono operai intenti a riparare guasti che si potevano prevenire con una manutenzione più accurata. La situazione è difficoltosa perché l’aria condizionata è un elemento cruciale non solo per il comfort, ma per la sicurezza stessa di pazienti e operatori, che si trovano a fronteggiare temperature insostenibili”. Al pronto soccorso di Spezia “i motori dei condizionatori non reggono da anni e gli operai devono intervenire costantemente. Ma non viene fatto nulla per risolvere il problema una volta per tutte”.

A pagare dazio col caldo asfissiante di questi giorni sono “gli infermieri già ridotti all’osso e ora allo stremo delle forze” perché l’afa soffocante “mette a rischio la loro salute e compromette anche la qualità dell’assistenza: questa è una vera e propria ’paralisi sanitaria’ che rende impossibile garantire un’assistenza dignitosa, trasformando ogni turno in una sfida estenuante per tutto il personale”. Ma non è solo una questione di lavoro, sottolinea il Nursind, “si tratta di dignità, rispetto di chi si impegna a garantire cure di qualità ai pazienti, e di sicurezza, sia per chi lavora che per chi è ricoverato. Le condizioni attuali sono inaccettabili”.

Il disagio non si limita al personale, ma fra anche i pazienti “soffrono le conseguenze di questi disservizi. In un momento di fragilità e difficoltà, sono costretti a subire temperature insopportabili e un ambiente che non favorisce il loro recupero: è una questione etica che riguarda il diritto alla salute e alla dignità di ogni cittadino”. Da Nursind parte quindi un appello alla direzione Asl e agli amministratori locali perchè intervengano “con fermezza per sostenere il personale sanitario e garantire condizioni di lavoro e di cura adeguate. È necessario un impegno congiunto per affrontare queste problematiche e restituire dignità al sistema sanitario locale. È necessario pianificare interventi strutturali e risolutivi. La sanità è un diritto fondamentale, chi lavora per garantirlo merita rispetto e condizioni adeguate. La situazione attuale richiede azioni immediate e concrete. I problemi non possono essere ignorati o rimandati ulteriormente: direzione Asl e amministrazioni locali devono fornire risposte rapide e definitive”.

C.Mas.