
Prima rubano le chiavi di casa. E poi svaligiano le abitazioni. Sgominata una banda di ladri
Avvicinavano le vittime in strada, sempre ottantenni o novantenni, fingendosi le nuove vicine di casa. Si dimostravano affabili e disponibili, con lo scopo di impossessarsi delle chiavi di casa. Quando riuscivano a portarle via, da esperte borseggiatrici, le consegnavano ai loro complici uomini, che facevano razzia nelle abitazioni. Con questo modus operandi, dal marzo dello scorso anno a dicembre, sono stati messi a segno cinque colpi
da una ’batteria’ di trasfertisti provenienti dal Piemonte di origine sinti ma ormai italiani a tutti gli effetti. Grazie ad un lavoro certosino, la squadra mobile della questura spezzina è riuscita non con poca difficoltà a risalire alla loro identità. E nelle ultime ore sono state eseguite tre custodie cautelari in carcere nei confronti di due donne ed un uomo.
Nadia Laforè di 52 anni è stata arrestata nella sua abitazione di Morozzo in provincia di Cuneo.
Gli altri due erano invece impegnati in una trasferta ’lavorativa’ a Cusano Milanino. Quando i poliziotti della squadra mobile non hanno trovato la coppia in casa sempre in provincia di Cuneo, hanno diffuso l’allarme segnalando l’auto sulla quale erano a bordo. I carabinieri hanno fermato la vettura con Michele Barroero, 53 anni, la compagna Rosa Bresciani di 50 e un terzo uomo nei cui confronti è scattata solo la denuncia, mentre stavano preparando un colpo. Questa volta non hanno fatto in tempo: Barroero è finito in carcere a Monza, la Bresciani a San Vittore. E’ stata così eseguita l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Diana Brusacà, su richiesta del procuratore capo Antonio Patrono e della sostituita Maria Pia Simonetti. Tutti e due, come la Laforè portata in carcere a Torino, sono difesi dall’avvocato di fiducia William Voarino di Torino. L’accusa è di furti in abitazione in concorso su persone con minorata difesa. Cinque gli episodi ricostruiti dalla squadra mobile alla Spezia, i primi due a marzo 2023. La prima vittima è stata una 92enne avvicinata da due donne su una panchina a Migliarina (ripresa dalle telecamere di un distributore), la seconda nel pomeriggio dello stesso giorno una 80enne che passeggiava da sola (ripresa dalle telecamere di un negozio). Presentandosi come nuove vicine di casa, con gioco di squadra carpivano cognome e indirizzo. Poi le chiavi, che una vittima aveva in tasca e l’altra nella borsa, passate subito dopo ai complici. Quando le anziane rincasavano si accorgevano di non avere più le chiavi, che solitamente ritrovavano per terra nei pressi dell’abitazione ma, una volta aperta la porta, l’amara sorpresa: casa a soqquadro, soldi e preziosi rubati.
Nel mese di ottobre il terzo furto, ai danni di una 83enne avvicinata in centro dalle solite donne mentre era intenta a gettare la spazzatura. Una delle due (ripresa da una telecamera) fingeva di aiutarla, approfittandone invece per sfilarle le chiavi dalla borsa. L’altra la pedinava per sincerarsi non rincasasse prima che i complici, due uomini (ripresi dalle telecamere del palazzo), aprissero l’abitazione con le chiavi, svaligiandola. Il quarto episodio a novembre, a Mazzetta, vittima una coppia di coniugi ottantenni avvicinati da una sedicente nuova vicina di casa (ripresa dalla telecamera di un negozio), riuscita ad impossessarsi del mazzo di chiavi custodito nel borsello dell’uomo. Poi, secondo l’ormai collaudato copione, i complici svaligiavano l’abitazione, aprendo con le chiavi anche la cassaforte dove erano custoditi denaro contante e preziosi. Il 9 dicembre l’ultimo episodio al centro Kennedy, che però non si è concluso con il furto in casa, perché non sono riusciti ad impossessarsi delle chiavi di una 80enne, ma solo del portafogli che peraltro conteneva 3mila euro e quindi, forse, si sono accontentati.
Acquisite di volta in volta le denunce delle vittime, le testimonianze di altre persone nonché le immagini delle telecamere di sicurezza, i sospetti si concentravano sugli occupanti di un’autovettura bianca, che si aggirava sempre dove venivano consumati i furti. E che è stata fermata in Val di Vara il giorno dell’ultimo colpo. A bordo c’era la coppia e il complice, in quel momento non è stato possibile procedere al fermo, ma la resa dei conti è arrivata neanche due mesi dopo.
Massimo Benedetti