La sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato che ha dichiarato l’invalidità della proroga al 2033 delle concessioni demaniali turistico ricreative – imponendo di riassegnarle tramite gara entro massimo due anni – sta alimentando interrogativi e malesseri non solo sul fronte dei balneatori ma che dei titolari di porticcioli e dei punti ormeggio ricompresi nell’alveo delle concessioni oggetto del diktat dei giudici amministrativi. Il principio guida da rispettare è quello della concorrenza in ossequio, alla direttiva Bolkestein, norma europea sovraordinata che deve essere applicata alla legislazione nazionale e dai giudici.
Il tema nel comprensorio spezzino, quanto ad enti, riguarda l’Autorità di sistema portuale (titolare della potestà demaniale nella rada interna) e i Comuni costieri, a cominciare da Lerici e Porto Venere. Entrambi avevano disposto la proroga automatica al 2033 delle concessioni demaniali in scadenza con riferimento alla legge Centinaio, quella ’silurata’ ora da giudici amministrativi. Ecco i commenti all’ombra della chiesetta di San Pietro. "La materia è in evoluzione. Stiamo aspettando le valutazioni del Governo. Per ora navighiamo a vista" dice il vicesindaco Emilio Di Pelino prendendo tempo. Sulla querelle c’è un’altra spada di Damocle pendente: quella del ricorso al Tar dell’Autorità garante della concorrenza contro la delibera di proroga automatica delle concessioni a seguito di una segnalazione arrivata alla stessa dal blogger Daniele Brunettii per la violazione della direttiva Bolkestein.
Da Lerici, il sindaco Leonardo Paoletti, avvocato di lungo corso, intanto rileva: "Il Consiglio di Stato ha fatto il suo applicando la norma comunitaria. Ha anche però ritenuto necessario un periodo, sebbene ridotto, di proroga: il governo ha così lo spazio per fare una legge che mitighi gli effetti della Bolkestein. Basta rifarsi alla giurisprudenza della Corte di giustizia là dove dice che non tutte le concessioni rientrano nella Bolkestein. Si tratta di quelle che non intessano il mercato europeo, come le piccole spiagge, tipo quelle di Lerici". La sentenza del Consiglio di Stato è oggetto di vaglio approfondito anche da parte dell’Ufficio Demanio dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Orientale che, comunque, non aveva disposto alcuna proroga automatica. Filtra intanto una considerazione tesa a fare dei distinguo per evitare equivoci. Il riferimento è ai grandi porticcioli turistici della rada interna: Porto Lotti, Porto Mirabello e Marina del Fezzano. "In questo casi non c’è stato atto di proroga automatica delle concessioni al 2033, le stesse sono pendenti da tempo e andranno a scadenza sulla base delle tempistiche indicate nelle deliberazioni che hanno tenuto conto degli investimenti che sono stati alla base delle infrastrutturazioni". La prima a scadere è quella del Marina del Fezzano, nel 2024; a seguire Porto Lotti, nel 2060 e Porto Mirabello nel 2067. Per il resto, anche negli uffici di via del Molo, valutata positivamente la scelta di non procedere a proroghe automatiche al 2033, c’è attesa per mosse del Governo.
Corrado Ricci