
Peculato, commercialista patteggia un anno e 10 mesi
Aveva trasferito sul proprio conto corrente il denaro della curatela fallimentare, per la precisione 26mila euro. Quei soldi sarebbero rimasti nella sua disponibilità per sei anni, anche se poi al momento della ripartizione dell’attivo della società fallita, li aveva comunque versati all’Inps. Per questo è finito nei guai un ragioniere commercialista spezzino, Roberto Alberti, nei confronti del quale la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di peculato.
Nei giorni scorsi il professionista, difeso dall’avvocato di fiducia Sergio Busoni, ha patteggiato davanti al giudice delle indagini preliminari Mario De Bellis la condanna a un anno e dieci mesi, ottenendo anche il beneficio della sospensione condizionale della pena. Il procedimento penale era scaturito nel maggio 2023, in seguito a un accertamento dell’Agenzia delle Entrate della Spezia.
Il fallimento riguardava una società di ristorazione di Sarzana, secondo l’accusa il commercialista avrebbe preso 26mila euro dal libretto intestato alla procedura fallimentare, estinguendolo, e li avrebbe trasferiti sul suo conto corrente. L’Agenzia delle Entrate avrebbe accertato che quel denaro sarebbe rimasto sul suo conto privato per sei anni, dal 2016 al 2022. Al momento della ripartizione dell’attivo della procedura fallimentare, il commercialista aveva ripreso quei 26mila euro e li aveva versati all’Inps.
Questo però non gli ha evitato l’accusa di peculato, con la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero. Il commercialista non avrebbe comunque dovuto trasferire i soldi della curatela fallimentare sul proprio contro corrente. Pertanto, per evitare il rinvio a giudizio e quindi il processo, ha scelto di patteggiare un anno e dieci mesi, anche con la sospensione condizionale della pena.
Massimo Benedetti