MASSIMO MERLUZZI
Cronaca

Tensione alle stelle in piazza Verdi. Cortei divisi dalle forze dell’ordine

Il momento più difficile quando gli schieramenti si sono sfiorati a conclusione delle rispettive iniziative Casapound ha aperto la sfilata in piazza Garibaldi con una gigantografia della foto del sindaco Peracchini.

Il momento più difficile quando gli schieramenti si sono sfiorati a conclusione delle rispettive iniziative Casapound ha aperto la sfilata in piazza Garibaldi con una gigantografia della foto del sindaco Peracchini.

Il momento più difficile quando gli schieramenti si sono sfiorati a conclusione delle rispettive iniziative Casapound ha aperto la sfilata in piazza Garibaldi con una gigantografia della foto del sindaco Peracchini.

Un’ora ad alta tensione sotto gli archi di Buren. Alle 18 quando i due cortei si sono sfiorati soltanto in parallelo nella centralissima piazza Verdi l’aria si è fatta elettrica. Gli schieramenti sono stati separati dal cordone delle forze dell’ordine che hanno chiuso i due lati di via D’Azeglio evitando qualsiasi contatto fisico. Da una parte Casapound dall’altra lo schieramento dei comitati, partiti, associazioni, sindacati che hanno risposto all’appello lanciato dal Comitato unitario della Resistenza. Sono stati lanciati rumorosi tre petardi a corredo dei cori sempre più duri, offensivi e carichi di minacce. Tutto arginato dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa e dal nutrito schieramento di uomini in divisa e borghese della Questura della Spezia, comando provinciale dei carabinieri, guardia di finanza e polizia locale. Un’ora tesa che per fortuna si è risolta con il rompete le righe, quasi in contemporanea, su entrambi i lati. Il corteo di Casapound si è radunato in piazza Garibaldi “recintata“ già dalla mattina con le barriere posizionate dal reparto mobile della polizia di Padova. Alle 16 lo schieramento di vessilli tricolori e striscioni si è messo in moto.

Alla testa del corteo, posizionato su un fuoristrada, la gigantografia della foto del sindaco Pierluigi Peracchini con la fascia tricolore. Il cartonato è stato esposto per tutto il corteo in segno di protesta verso il primo cittadino che ha preso parte all’altro corteo. "Il sindaco spezzino– ha spiegato prima dell’inizio del corteo Luca Marsella portavoce nazionale di Casapound – è stato eletto con i voti della destra e adesso parla di 25 Aprile e medaglie d’oro e d’argento. E’ vero che vogliamo abolire la ricorrenza del 25 Aprile ma il nostro obiettivo nella giornata spezzina è quello di parlare della remigrazione e sullo stato di degrado di questa e altre città nelle quali abbiamo portato la nostra voce senza nessun problema". Alla fine della giornata il portavoce Marsella si è detto soddisfatto dell’iniziativa e della partecipazione. Erano circa 400 i rappresentanti del movimento di estrema destra arrivati da diverse zone del Paese: da Roma, Varese, Genova e Pavia che si sono uniti al gruppo spezzino. Il corteo aperto dallo striscione “Remigrazione“ e dall’inno di Mameli ha avuto il primo momento critico dopo un centinaio di metri quando da una finestra al primo piano è spuntato un drappo con su scritto “Fuori i fascisti dalla città“.

Gli animi si sono scaldati fino a quando su indicazione della polizia gli autori della scritta lo hanno riavvolto. Non è stato meno duro, sempre verbalmente con reciproche offese, il contatto in piazza Ginocchio. Ai lati della via nel cuore citatdino un gruppo di cittadini ha fischiato i manifestanti intonando “Bella ciao“ ma le parti sono state tenute a debita distanza dal cordone delle forze dell’ordine e del servizio interno di Casapound. Gli slogan “Spezia è nostra e ci appartiene“ e“Riprendersi Spezia“ hanno fatto da colonna sonora fino a piazza Sant’Agostino e piazza del Bastione dove sono stati accesi diversi fumogeni colorati. Poco prima delle 18 il corteo si è ritrovato all’ingresso di piazza Verdi e le scale del palazzo delle Poste ha ospitato il comizio di ringraziamento degli organizzatori. Sembrava quasi una situazione di attesa programmata, come se un filo diretto collegasse lo schieramento che stava per arrivare dall’altro lato della piazza. E infatti quando la presenza si è fatta concreta la tensione è schizzata altissima e le due opposta fazioni sono state tenute a distanza evitando il minimo contatto rimasto a slogan, insulti, minacce, cori e petardi arrivati da via Mazzini.

Massimo Merluzzi