MATTEO MARCELLO
Cronaca

Ora Toti pensa in grande. E rilancia Cambiamo

Battibecchi con Salvini e la Lega. Ma il governatore cerca la ribalta nazionale e lancia la proposta di una costituente del centrodestra

di Matteo Marcello

Certe vittorie portano il sereno, altre agitano le acque. Nel centrodestra ligure (e non solo), a quarantotto ore dalla larga affermazione ottenuta alle regionali, è già tempo di dialettica e tensione. La vittoria di Cambiamo, il movimento del presidente rieletto Giovanni Toti capace di diventare il primo partito ligure, per quanto inaspettata e forse poco attesa persino tra gli arancioni, ha avuto non solo l’effetto di sparigliare carte ed equilibri a livello regionale – tanto da generare musi lunghi e mugugni in seno alla Lega ligure – ma ha costituito un trampolino privilegiato per chi, proprio come il governatore, non ha mai fatto mistero di coltivare il progetto di una "grande casa nazionale" dei moderati, punto di riferimento che oggi, con Forza Italia ai minimi storici, è praticamente assente.

Il presidente ci aveva provato, nell’autunno dello scorso anno, a lanciare Cambiamo a livello nazionale, proprio nel periodo in cui il ritorno alle urne sembrava più vicino, ma la mancata spallata al governo ha convinto il governatore regionale a congelare il progetto in attesa di giorni migliori. Che, ora, sembrano arrivati. Così, le dichiarazioni di Toti all’indirizzo di Salvini sembrano quasi un tentativo di ‘tastare il polso’ alla coalizione. Secondo il governatore, a Matteo Salvini "per essere il capo servono due cose. I numeri e la capacità di gestire la coalizione. I primi ci sono, la seconda per ora no. Si concentra solo sulle sue battaglie, va per conto suo. Un candidato premier come Matteo deve avere a cuore i numeri della coalizione, non solo quelli del suo partito. Deve intestarsi le vittorie, e non gioire solo per un consigliere in più della Lega o un suo candidato al ballottaggio; da lui e dai suoi mi aspettavo sorrisi e brindisi, non i musi lunghi di questi giorni. Se Salvini vuole essere il leader del centrodestra dovrebbe cambiare schema di gioco". Parole che hanno evidentemente scosso gli ambienti del Carroccio, dai quali sono arrivate risposte financo scomposte. "Ogni cosa a suo tempo. In questo momento l’emergenza sono scuola e lavoro. Poi le maglie uno le mette e le toglie a seconda delle stagioni" ha detto serafico il leader leghista, anticipato dalle dichiarazioni al vetriolo di esponenti di spicco del Carroccio. Il senatore della Lega ed ex ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio ha definito ingenerose le parole di Toti, che "era considerato un appestato dopo essere uscito da Forza Italia", e "Salvini fu l’unico a prenderlo e portarlo sui palchi alle varie manifestazioni della Lega". Dello stesso tenore le parole del segretario ligure, Edoardo Rixi, per il quale le parole di Toti sono "frutto della poca lucidità post ubriacatura elettorale. Da domani spero che ritorni in sé e recuperi la memoria, ricordandosi che senza la Lega e senza Salvini non sarebbe dove è oggi". Animi agitati che hanno spinto, nel primo pomeriggio, lo stesso governatore regionale ad ‘aggiustare il tiro’, rilanciando sulla grande coalizione e chiedendo al leader leghista di farsi parte attiva lanciando la costituente del centrodestra. "Questa coalizione ha bisogno di un leader che superi il suo ruolo di leader di partito, per diventare leader di tutti e candidato premier di tutti. Gli elettori hanno indicato per questo ruolo di leader il segretario leghista Matteo Salvini. Ora tocca a lui costruire. Indossi la giacca del capo coalizione, lanci insomma una vera costituente del nuovo centrodestra, una federazione nuova di forze, che raccolga tutte le energie migliori nate in questi anni. Io sarò con lui". Certo è che i prossimi trenta giorni saranno decisivi per lo stesso Toti, che dovrà non solo comporre la sua squadra di governo in Regione, confrontandosi con la Lega ma dovrà decidere anche cosa ‘fare da grande’: riaffacciarsi sulla scena nazionale, oppure coltivare quel modello regionale che ha dato frutti dolcissimi alle ultime elezioni, un po’ come fatto in Veneto Luca Zaia, un altro che in questi giorni, col proprio boom di voti, ha tolto il sonno al leader leghista.

Matteo Marcello