ALMA MARTINA POGGI
Cronaca

Onwach, sentinelle del lungomare: "Piscina e auditorium per eventi"

Il neonato comitato di viale Italia conta già 40 soci, che praticano quotidianamente monitoraggio visivo "Per la valutazione dell’impatto dei fumi usiamo la scala di Ringelmann, ma servono controlli chimici".

La passeggiata Morin in una tranquilla mattinata di inizio estate è un brulicare di turisti

La passeggiata Morin in una tranquilla mattinata di inizio estate è un brulicare di turisti

Nato appena nel gennaio scorso, nello spazio condominiale di uno dei palazzi di viale Italia che più insiste sull’area che vedrà sorgere il nuovo waterfront, ’Onwatch’ è oggi un gruppo consolidato di 40 soci che vantano tutti un’esperienza pregressa all’interno di Rete ambiente altro turismo La Spezia, e che hanno deciso di unirsi per formare un autonomo comitato civico ’di guardia’ all’affaccio a mare della città. "Abbiamo scelto il nome ’Onwatch’ per il nostro gruppo – spiega Giuliano Leone, presidente del neonato comitato cittadino per il waterfront – non solo perché traduce alla lettera l’espressione ‘di guardia’ che è il nostro primo intento, ma anche perché è l’acronimo poliglotta di ‘Osservatorio nuovo waterfront crocierismo health’. Ci siamo infatti costituiti a gennaio con l’obiettivo primario di vigilare e monitorare le fasi di realizzazione del fronte mare spezzino, sia dal punto di vista crocieristico, controllando gli attracchi e partenze delle navi con le loro relative emissioni di fumi; sia da quello urbanistico perché, come ben sappiamo, parte di Calata Paita dovrà essere riqualificata e restituita alla fruizione della cittadinanza tutta".

L’attività di monitoraggio del comitato è un fatto tutto empirico e costante . "Il termine osservatorio – continua Leone – non si riferisce a un luogo preciso ma lo si deve intendere in senso lato, perché molti dei nostri soci abitano proprio in viale Italia, in appartamenti che affacciano direttamente sul ’fronte’. Il nostro, dunque, è un monitoraggio efficace perché visivo: osserviamo il movimento di navi e di fumi utilizzando, per questi ultimi, la scala cromatica di Ringelmann che, dotata di un range dal grigio chiaro al nero, è in grado di stabilire la nocività delle esalazioni. Fatto constatato – prosegue Leone – è che l’aumento del numero di navi da crociera in attracco al porto Garibaldi equivale a un aumento di emissioni di fumi non regolari, perché non si possono definire tali quei fumi che superano certi valori di grigio scuro. Per quanto riguarda invece l’ analisi chimica del fenomeno, noi sosteniamo che dovrebbe avvenire attraverso apposite centraline da collocare in precisi e specifici punti di ricaduta delle esalazioni che si trovano anche all’interno della città".

E su quale sia l’aspetto e la funzione della futura area pubblica della Calata, il comitato ha idee ben chiare che rispecchiano, per altro, l’opinione dei tanti cittadini che gli associati hanno intervistato: "L’idea di uno spazio verde, libero dalle volumetrie di edifici e strutture di ristorazione, e che ospiti piuttosto piscine e un auditorium dove fare e fruire di eventi culturali; è ciò che è emerso dalla nostra prima campagna informativa per la quale, nel maggio scorso, abbiamo sottoposto ad alcuni cittadini presi a campione un questionario di domande. Noi, come comitato, concordiamo con questa visione perché renderebbe il fronte mare spezzino uno spazio davvero godibile e, prima che si arrivi al progetto esecutivo, chiediamo un incontro pubblico con il Comune e con l’Autorità portuale affinché ci mettano a conoscenza del loro punto di vista così da arrivare a un disegno finale di Calata Paita maturato attraverso il confronto con la città".

Alma Martina Poggi