ALMA MARTINA POGGI
Cronaca

No a hotel e nuovi attracchi. Brezza salmastra e palme con stand e punti ristoro. Gli spezzini pensano green

Pungolati a raccontare il loro litorale dei sogni, ecco cosa vedono al posto dei container. Lingue di prato, zone ombreggiate dagli alberi e punteggiate di bistrot con prodotti tipici. "Bene le crociere, ma non esageriamo. Due colossi all’ormeggio sono più che sufficienti".

Pungolati a raccontare il loro litorale dei sogni, ecco cosa vedono al posto dei container. Lingue di prato, zone ombreggiate dagli alberi e punteggiate di bistrot con prodotti tipici. "Bene le crociere, ma non esageriamo. Due colossi all’ormeggio sono più che sufficienti".

Pungolati a raccontare il loro litorale dei sogni, ecco cosa vedono al posto dei container. Lingue di prato, zone ombreggiate dagli alberi e punteggiate di bistrot con prodotti tipici. "Bene le crociere, ma non esageriamo. Due colossi all’ormeggio sono più che sufficienti".

Verde. Come un lungo viale alberato – di arbusti da fiore o più esotiche palme – capace di regalare fresche zone d’ombra, al riparo dal sole e a favore di una piacevole brezza salmastra. Verde come piccole collinette o più pianeggianti lingue di prato su cui camminare e sedersi vista mare. Verde, come la speranza, soprattutto, di vederlo finalmente realizzato questo fronte mare spezzino; su cui da tempo si parla e si discute. A distanza di due anni dall’inaugurazione dei primi 5mila metri quadrati del nuovo fronte mare della Spezia – e a uno, ormai, da quello del ‘Groove’, che gestisce e valorizza questa prima porzione di Calata Paita –, in attesa di capire che cosa ne sarà della sua porzione sud, che si estende per ben altri 45mila metri quadrati, siamo andati a chiedere direttamente agli spezzini come vorrebbero che fosse il loro waterfront dei sogni.

"Quando penso all’area fronte mare – dice Viviana Boscolo, originaria di Chioggia, nel Veneziano, che ha deciso di stabilirsi qui alla Spezia – ho in mente un bel viale alberato, dove il verde e la natura sono preponderanti. Di hotel e strutture ricettive, ce ne sono già abbastanza in città; piuttosto punterei su piccoli stand e punti ristoro simili a quelli già presenti in Calata Paita. Quanto a ristoranti, se fossero strutture eco-compatibili e magari completamente in legno, ci potrebbero stare". "Dal momento che qui non è più possibile ambire a una vera e propria costa, come c’era un tempo, con il mare balneabile – le fa eco Michela Locori, spezzina d’origine ma milanese di adozione, che alle vacanze al mare, nella sua città non rinuncia – sarebbe bello, però, che fosse realizzata una lunga passeggiata come quella a Bocca di Magra, ad esempio, in cui il verde sia prevalente". Altrettanto chiara è la sua visione in merito agli altri due attracchi crocieristici previsti dal progetto: "Direi che due attracchi bastino e avanzino. È già tanto, io credo, venire qua con l’aspettativa di vedere il mare e poi trovarsi davanti due ’colossi’ che, così vicini, fanno una certa impressione. Sono dell’idea – conclude – che, prima di richiamare nel nostro territorio altri flussi di turisti, sia necessario gestire e sistemare bene quelli già previsti, assicurandosi di avere la giusta contezza dell’effettivo numero di persone che un luogo può ospitare". Di diverso avviso è Nicola Perini: "Nel nuovo fronte mare vedrei bene soprattutto punti ricreativi, come bar e ristoranti, che offrano prodotti squisitamente tipici. Un po’ come la realtà del ‘Groove’ di Calata Paita, ma con strutture più curate. In questo modo – continua – si potrebbe sviluppare una passeggiata in un contesto in cui i turisti si sentano immediatamente accolti e possano, se vogliono, già fermarsi e consumare i nostri muscoli, ad esempio. Penso a una zona dotata di biglietteria per tour e gite fuori città e che, fatta eccezione per i pullman, sia libera dal traffico cittadino. Immagino un waterfront – chiosa Perini – che sia un bel biglietto da visita della nostra città".

Più cauta nelle aspettative è Anna Maria Maio: "Vorrei più zone ombreggiate grazie a una più consistente presenza di alberi: sia nel fronte mare, sia in città. Anche l’attuale area di Calata Paita, per esempio, è costantemente sferzata dal sole. Per quanto riguarda il progetto del waterfront – precisa – non vorrei che porti a realizzare una nuova zona della città di cui poi la comunità spezzina non potrà godere a tutti gli effetti. Penso al Porto Mirabello: a beneficiarne è soprattutto chi ha uno yacht; quanti sono davvero, mi chiedo, i cittadini che si recano a posta lì per una passeggiata, sotto al sole per di più?". "La cosa positiva di avere finalmente un fronte mare – sostiene Natale Guerra – sta nel fatto che la gente ha ripreso possesso del mare. C’è da dire però che, al momento, quelli che stanno soffrendo di più nell’avere una zona così circoscritta sono i bottegai che hanno lì la loro attività (si riferisce al Groove, ndr.): la mattina infatti non si muove boccia e a pranzo, se è una bella giornata, qualche piatto di spaghetti lo vendono, ma se il tempo è brutto, è un dramma. Bisognerà vedere se questi operatori avranno la forza di mandare avanti questo servizio".