REDAZIONE LA SPEZIA

Ora si tratta per evitare la cassa integrazione "No agli esuberi. Ferie, turni e formazione"

Sindacati e azienda alla prova delle intese dopo un confronto serrato nel quale i primi hanno rigettato la proposta di smaltire subito i riposi 2023

Ora si tratta per evitare la cassa integrazione "No agli esuberi. Ferie, turni e formazione"

La consegna delle parti, dopo l’ultimo faccia a faccia, è stata quella del silenzio alla vigilia del confronto per trovare l’accordo per evitare la cassa integrazione ordinaria il cui spettro aleggia sul porto all’ombra del calo dei traffici su container. Questione di stile e di concorso a traguardare il bene prezioso dell’intesa sull’onda dell’esito dell’ultimo incontro tra sindacati e Lsct che avrebbe prodotto il proposito di superare contrapposizioni iniziali. Unico riferimento documentale, un comunicato circolato tra i lavoratori l’8 febbraio scorso. "Segreterie territoriali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti ed RSA hanno rigettato le proposte, circolate nei giorni scorsi, formulate dall’azienda, in quanto considerate troppo invasive ed inique. Una volta compresa la reale portata del momento di crisi dei traffici, hanno formulato una proposta alternativa, estremamente meno gravosa ed impattante, con lo scopo di tutelare salario e diritti dei lavoratori, livelli occupazionali e scongiurare azioni con ricadute ben più gravose".

L’ad di Lsct Alfredo Scalisi non vuole commentare. Secondo indiscrezioni le proposta bollate come "invasive ed inique" sarebbero state quelle di smaltire già da ora le ferie del 2023 con una gestione delle stesse da parte dell’azienda e di smaltire su tutto l’anno i recuperi dei turni saltati per effetto della mancanza di lavoro in luogo della spettro abituale dei due mesi. Quel che è certo è che nella giornata di lunedì le parti si incontreranno nuovamente per verificare la possibilità di trovare un accordo. Nessun problema a dare corso allo smaltimento delle ferie; c’è poi il gioco l’opzione della formazione interna: potrebbe scattare nei giorni in cui i lavoratori, in mancanza di navi,dovrebbero restare con le mani in mano. La partita è aperta. Un punto fermo è, invece, stato messo in un confronto tra i rappresentanti dei Consorzi Asterix e TSL, il terminalista Lsct e le segreterie territoriali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, unitamente alle Rsa, per affrontare le difficoltà a cui sono andati incontro i consorzi fornitori del terminal - che si occupano di movimentazione ‘orizzontale’ dei container - causa della pesante contrazione del traffico registrato negli ultimi mesi nel porto di La Spezia.

Dall’incontro, riferiscono fonti sindacali, è scaturita un’intesa-quadro composta di due capitoli, condivisa dall’Autorità di sistema portuale. "Il primo, riguarda le tariffe e i contratti d’appalto dei segmenti di ciclo, che sono materie di esclusiva pertinenza delle Imprese, pertanto come Organizazioni sindacali non saremo coinvolti nelle trattative che sono di pertinenza del terminalista e dei Consorzi. Il secondo invece prevede tutta una serie di tutele all’occupazione e sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali atte a tutelare la salvaguardia dei livelli occupazionali nel Porto". Cosa si prevede in sintesi? Che si ricorrerà all’utilizzo della CIG solo dopo aver utilizzato o sondato tutte le soluzioni alternative atte a garantire il salario dei lavoratori. Che solo con l’esaurirsi di tali strumenti si ricorrerà, se necessario all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, garantendo la massima rotazione possibile tra il personale, l’anticipo dei pagamenti da parte delle imprese e un’integrazione che vada a colmare la perdita di salario dovuta al ricorso della Cig. Per finire l’utilizzo, nell’ambito di quanto previsto dal “Piano dell’organico del Porto” di piani straordinari e integrativi di formazione e riqualificazione professionale retribuite anche al fine di contenere il numero di giornate di Cig".

Intanto il sindacato autonomo Cub Trasporti (minoritario in porto alla Spezia) fa un’analisi geopolitica della situazione: lo slogan-monito che la sottende è "giù le armi, su i salari" in polemica diretta col governo Meloni che "sostiene la guerra e continua ad inviare armi sottraendo agli italian risorse che servirebbero ad affrontare povertà e precarietà che stanno strozzando i lavoratori".

Corrado Ricci