Oltre le sbarre e i banchi. Studenti e detenuti fianco a fianco sul palco del Civico

Domani andrà in scena lo spettacolo finale di ’Per Aspera ad Astra’. Un progetto promosso da Acri e sostenuto da Fondazione Carispezia. I ragazzi: "Un’occasione di confronto con un mondo lontano ma vicino" .

Oltre le sbarre e i banchi. Studenti e detenuti fianco a fianco sul palco del Civico

Oltre le sbarre e i banchi. Studenti e detenuti fianco a fianco sul palco del Civico

LA SPEZIA

Senza gli uni, non ci sarebbero gli altri. L’incontro fra due mondi, quello dietro le sbarre e quello sui banchi, che realizza il progetto ’Per Aspera ad Astra’ con lo spettacolo ’Dirimpetto. La rete nell’abisso’, non si realizzerebbe senza la presenza degli studenti-attori, che hanno interagito con i detenuti costruendo lo spettacolo nei locali messi a disposizione dalla casa circondariale di Villa Andreino.

Giornate di prove, sotto il coordinamento del direttore artistico e regista Enrico Casale, del centro di produzione teatrale d’innovazione Gli Scarti, dopo aver varcato quei pesanti cancelli, che hanno lasciato il segno. Lo testimoniano gli alunni coinvolti, come Gabriele Vietina. "Sono un ragazzo di 20 anni e per me il teatro è sempre stato un modo di ricercarmi, esprimermi e conoscere nuove realtà. A partire da ottobre 2022 ho iniziato la mia partecipazione al progetto all’interno dell’istituto penitenziario Villa Andreino, che ci terrei a ringraziare per la disponibilità e per l’esperienza nel suo complesso. Lavorare a una produzione teatrale all’interno di un carcere è sicuramente un’esperienza completamente diversa rispetto alle altre produzioni a cui ho partecipato. Innanzitutto perché la burocrazia è la vera protagonista del lavoro nel bene e nel male, ma anche perché i miei colleghi interni provengono da ambienti e situazioni molto diverse da quelle che un ragazzo come me potrebbe avere nel proprio bagaglio culturale e sociale. È veramente gratificante scoprire che per qualcuno dei miei colleghi interni al carcere il teatro sia diventato un nuovo modo per emozionarsi e riscoprirsi".

Anche Andrea Pini ha interiorizzato questo percorso, capace di cambiare percezioni sugli altri e sulla società. "In passato ho assistito solo da spettatore alle precedenti edizioni di ’Per Aspera ad Astra’ e oggi sono molto orgoglioso dell’opportunità che ho ricevuto negli ultimi due anni di poter collaborare alla realizzazione del progetto. Ho avuto la possibilità di assistere da vicino alle fasi di creazione e sviluppo dello spettacolo curate da Enrico Casale e sono molto soddisfatto di aver vissuto questa esperienza formativa e appagante. Durante questi mesi di prove sono entrato in relazione con una società-mondo con le sue regole e sfaccettature dove mi sono trovato faccia a faccia con le enormi contraddizioni con cui il carcere ti obbliga a fare i conti. Una condizione che, chiusi i cancelli cessa di esistere per te, ma che ti lascia il segno e soprattutto che non smette di vivere, anche se lontana dai nostri sguardi. Partecipare a questo progetto mi ha fatto comprendere la forza e l’importanza del teatro che riesce a creare una bolla, uno spazio nuovo all’interno di una realtà come quella carceraria".

"’Per Aspera ad Astra grazie ad Acri è oggi un progetto nazionale in grado di unire diversi territori e Fondazioni, dal nord al sud Italia, con l’obiettivo di diventare catalizzatore di cambiamento per le nostre comunità – commenta a conclusione del percorso Andrea Corradino, presidente di Fondazione Carispezia ‒–. Siamo orgogliosi di presentare l’esito finale della sesta edizione di questo percorso portato avanti insieme alla casa circondariale della Spezia, capace di favorire un confronto costruttivo tra il dentro e il fuori. Questo dialogo non solo mira a scardinare pregiudizi e paure, ma anche a promuovere una vera e propria rigenerazione individuale e sociale".

C.T.