
Il progetto mira a ri-sensibilizzare e animare il dibattito sull’annosa situazione lungo la linea di costa
Un progetto originale, un gruppo di amici, un futuro diverso. Si chiama "Oltre la riva. I confini del mare" ed è stato elaborato per raccontare il domani di un Golfo dei Poeti inedito, raccogliendo spunti, suggestioni, pareri, in un percorso di condivisione nel segno dell’arte. La firma la mettono Daria Passaponti, Francesco D’Antoni, Gianluca Zonta, Davide Toni, Ylenia Parbuono, Antonino Pizzo, Giada Pullin, Elisa Libratti, Carlo Spini, Pietro Spini: occhi di chi questo specchio acqueo lo vede dalla nascita, ma anche di chi lo osserva come una novità.
Com’è nato il progetto e perché?
"Prende vita da una sinergia tra persone che vivono a Spezia e che vengono da fuori, tra Padova e Milano. La genesi prende il via dallo sguardo di chi, arrivato in zona, vede lunghe mura scorrere lungo la costa e chiede conto ad un’amica di Spezia. L’amica, che fino ad allora aveva naturalizzato, normalizzato quelle mura, torna a ripensarle, a vederle come problematiche. Ed ecco che si guarda al problema dell’uso delle coste e dell’accesso al mare, e alle memorie interne, che danno profondità e storia a questi luoghi. Il progetto mira a ri-sensibilizzare rispetto ad una questione che affligge il Golfo da decenni, ma che si affronta ad alterni momenti. Attraverso camminate tematiche, escursioni in barca e laboratori punta a coinvolgere la cittadinanza per capire il suo punto di vista e dare spazio ad una pluralità di voci. Ascolto e ricerca, per confluire in una residenza d’artista che si terrà in zona ad ottobre incentrata su teatro e videomaking: sarà l’occasione di coinvolgere giovani del territorio per creare dei contenuti artistici che possano ancor più comunicare e amplificare queste voci in un festival che si terrà a gennaio. A febbraio un follow-up per capire quale è stato l’impatto progettuale per le persone coinvolte".
Chi siete e quali competenze avete messo in campo?
"È un gruppo composito di giovani del territorio e non, con interessi e competenze trasversali. Alcune sono legate a movimenti sociali e di attivismo spezzini, altre hanno più esperienza nel campo documentaristico e provengono da realtà esterne (Sono a corto e Same - Studio Nomade) o lavorano altrove con il teatro (Teatro Liquido). Uniamo conoscenze e studi che spaziano dall’archeologia, alla sociologia, alla psicologia di comunità".
Quali sono criticità e potenzialità del Golfo?
"Le criticità sono diverse, a partire dall’utilizzo delle coste da parte delle forze militari, che coprono buona parte delle zona ovest del Golfo e la commercializzazione di questi spazi: moli, porto mercantile, ai progetti come il Masterplan per la Palmaria. Di recente anche fenomeni come l’overtourism e i suoi effetti. Le potenzialità sono senz’altro le persone che vivono sul territorio, le associazioni che si battono per opporsi a problemi senza lasciare ad altri le soluzioni, e le decisioni dall’alto, come il progetto Basi Blu. E sicuramente risorse sono persone giovani, sensibili al tema, che possono portare modi di pensare e agire nuovi rispetto ad una vecchia questione".
Un’altra strada è possibile?
"Crediamo di sì, attraverso la possibilità di costruire nuovi sguardi sulle cose, creare narrazioni che attingono dall’antico e dalle pratiche contemporanee di abitare il mare, possono germogliare soluzioni diverse, inedite, impensate. Crediamo nell’importanza dell’arte e della sua capacità di comunicare, di far sentire emozioni, di far empatizzare con visioni e sentimenti non nostri e della sua funzione politica, ossia di ispirare e immaginare un cambiamento".
Come avete ottenuto il finanziamento?
"Pari a 5.600 euro, deriva dai Corpi Europei di Solidarietà. Abbiamo applicato ad una call con scadenza il 20 di febbraio e a fine maggio il riscontro positivo. Da lì l’organizzazione. La maggior parte del lavoro svolto è volontario, con rimborsi di spese e viaggio".
Quale sarà il futuro del progetto?
"Ogni mese fino a febbraio dovrebbero tenersi eventi sul territorio centrati sul tema. Dopo la presentazione in Skaletta con dibattito, ad agosto le prime camminate tematiche, a settembre laboratori di storytelling, a ottobre la residenza d’artista, a gennaio il festival, a febbraio il follow up, mentre novembre e dicembre sono ancora da definire. Il progetto vuole solo portare un’iniziale scintilla nella speranza che le energie attivate portino a sviluppi futuri".
Chiara Tenca