
Conto alla rovescia per la sostituzione dell’Anteo, storica nave di supporto alle attività del Raggruppamento Subacquei ed Incursori del Varignano della Marina Militare con 42 anni di onorato servizio. La prospettiva è quella della staffetta con un’unità di nuova generazione, polivalente, al top della tecnologia. Sarà lunga 120 metri, larga 22, potrà ospitare fino a 200 membri di equipaggio e raggiungere la velocità di 16 nodi. Il progetto è pronto. I bisogni di finanziamento delineati. L’obiettivo della Marina è di mettere la nave a disposizione dei palombari tra cinque anni. Fra le peculiarità c’è quella del posizionamento dinamico per mantenere il punto-nave durante le operazioni, in luogo dell’ancoraggio a campi boe: un sistema integrato gps-eliche ne garantisce la stabilità della posizione, contrastando venti e correnti. L’obiettivo è quello del varo tra 5 anni. Intanto avanza la messa a punto delle dotazioni hi-tech, Sì, ancor prima che prenda corpo la costruzione della nave, sono stati selezionati dalla Marina Militare i fornitori del sistema di soccorso subacqueo per il recupero degli equipaggi dei sommergibili sinistrati, che è poi la funzione primaria della nave che si salda a quelle addestrative e ispettive in profondità (fino a 600 metri), dalla marcatura stretta di potenziali obiettivi terroristici alle bonifiche ambientali, fino ai recuperi archeologici, all’insegna del più spinto dual use.
"Si tratta -spiega il comandante del Comsubin Massimiliano Rossi - di un sistema integrato, con cordone ombelicale, per la gestione dell’insieme, che arriva alla nave: un veicolo subacqueo a cui è connessa la capsula di salvataggio, il primo per raggiungere l’obiettivo, la seconda per riportare in superficie i sommergibilisti da salvare, intrappolati all’interno del sottomarino incidentato". Eventualità, questa remota, ma da mettere in conto nel quadro dei sinistri possibili e delle potenzialità dei palombari della Marina per fronteggiarli. Il progetto è stato ideato da Saipem e Drass, la prima fornirà i mezzi, la seconda i dispositivi di decompressione.
II sistema integrato è movimentabile anche per l’imbarco su altre unità. Dotazione fissa dell’Ateo, invece, la campana per dare ospitalità agli operatori per raggiungere, con immersioni in saturazione, 300 metri di profondità. All’intero anche un complesso sanitario per l’assistenza al personale eventualmente colpito da patologie connesse all’attività subacquea. "Il programma Sdosurs (special and diving operationsubmarine Rescue ship) sta andando avanti a step all’interno del più ampio progetto di affinamento delle funzioni operative e dell’avanguardia in campo didattico" spiega l’ammiraglio. Il riferimento è al simulatore abissale, destinato a trovare posto in Arsenale, per farsi palestra formativa. "L’obiettivo è preparare gli operatori alle immersioni fino a 450 metri di profondità. Disporremo di un gioiello tecnologico di potenziale fruibilità, tra permute e collaborazioni, anche da parte di enti esterni, a cominciare da quelli di ricerca". Intanto proseguono le missioni dei palombari del Comsubin; la più struggente è quella per il recupero delle salme del cimitero di Camogli travolto da una frana. "Ne sono state pietosamente raccolte 31" racconta il comandante del Gos Giampaolo Consoli. Un grande conforto per i familiari.
Corrado Ricci