
L’amministrazione Cozzani respinge gli affondi dell’opposizione che ha lamentato un atteggiamento passivo sulla querelle della demolizione di una barca a vela di vetroresina (già semidistrutta da un incendio) da parte del Cantiere Valdettaro. In una nota replica alle polemiche sottolineando come "da parte dell’ente sia stato fatto tutto ciò che era di propria competenza, con la segnalazione delle attività alle autorità preposte che si sono occupate di tutte le verifiche del caso". Non viene specificato a quali autorità in particolare siano state effettuate le segnalazioni. Di certo l’Ufficio di igiene dell’Asl ha sollecitato il Comune a far si che vengano evitate operazioni similari nel futuro. Emerge intanto che l’area teatro della demolizione – che ha generato la diffusione anche al suo esterno di pulviscolo di vetroresina – è di proprietà privata del Cantiere e non in concessione. La circostanza trapela da fonti dell’Autorità di sistema portuale per sgombrare il campo da equivoci sulle potestà di intervento. La concessione demaniale riguarda il fronte a mare; le finalità sono quelle della "costruzione, manutenzione e riparazione di unità da diporto".
Intanto si fa strada una riflessione del sindaco Matteo Cozzani, cristallizzata nel virgolettato impresso nella nota, che di fatto rappresenta la determinazione a coltivare altri scenari per l’area deputata, allo stato degli atti, alla cantieristica. "Episodi come questo ci spingono a chiederci se ad oggi abbia ancora senso ospitare un cantiere all’interno del paese; l’attività di un cantiere navale comporta purtroppo anche lavorazioni che inevitabilmente possono portare ad un disagio per la popolazione. Inoltre Le Grazie deve continuare a crescere sotto il profilo turistico ed aumentare la sua capacità attrattiva. Credo che sia arrivato il momento da parte della nostra amministrazione di fare una seria riflessione insieme ad Autorità di Sistema Portuale al fine di riconsiderare la destinazione d’uso delle aree del cantiere. Esploreremo tutte le opzioni per trovare una soluzione tra cui anche quella di partecipare con la Porto Venere Servizi Portuali, nostra società partecipata, alla procedura di evidenza pubblica una volta scaduta la concessione del Cantiere Valdettaro". Questa, siamo in grado di riferirlo avendo appurato la circostanza, scade il 30 aprile del 2028.
La proprietà, fin dalle prime avvisaglie di polemica, insieme a minimizzare la portata dei lavori e a ricondurre l’intervento ad una impresa autorizzata a farlo, ha parlato di "inevitabilità di un po’ di disturbo" tratteggiando una sorta di nesso causale con mobilitazione anti-porticciolo che si è era palesata nel 2015 all’atto della presentazione pubblica di una bozza di progetto in occasione del raduno di barche d’epoca Valdettario Classic Boat; le contestazioni erano per l’occupazione di una buona fetta degli specchi acquei nel cuore dell’insenatura a fronte della posa di pontili galleggianti.
Lo scontro si era ri-radicalizzato. Era fioccato anche un esposto dell’associazione Posidonea sui lavori all’epoca in corso per la riqualificazione dei capannoni che aveva portato la Procura a disporre il sequestro delle strutture per poi, alla lettura delle memoria difensive, ricredersi: nessun dolo contestabile, fascicolo archiviato. Ora è il sindaco Cozzani a rilanciare l’idea del porticciolo, come occasione di superamento dei disagi, fino a valutare la possibilità di discesa in campo della Società Servizi Portuali Turistici. Cantiere o porticciolo? L’interrogativo si ripropone. Di certo, una riproposizione tal quale del vecchio progetto del porticciolo è destinata al tiro incrociato, anche da parte di personaggi vicini all’amministrazione Cozzani.
Corrado Ricci