Nel ricordo dell’angelo del mare. Sasà Sanarico, una vita per gli altri

Avrebbe compiuto oggi 60 anni il poliziotto del Cnes scomparso durante un intervento nel 2016. Prima il titolo italiano di pescatore subacqueo, poi le tante missioni condotte in Italia e all’estero. .

Nel ricordo dell’angelo del mare. Sasà Sanarico, una vita per gli altri
Nel ricordo dell’angelo del mare. Sasà Sanarico, una vita per gli altri

Per tutti era Sasà, da sempre. Un ’gigante buono’ pronto a mettersi a disposizione in prima persona nella vita di tutti i giorni così come nella sua attività di esperto sub in forza al Cnes della polizia di Stato, con cui è stato protagonista in innumerevoli interventi in Italia e all’estero. Rosario Sanarico proprio oggi avrebbe compiuto 60 anni raggiungendo così la meritata pensione, ma la sua vita si è fermata all’improvviso il 19 febbraio del 2016: quel giorno stava cercando nel fiume Brenta, in Veneto, il corpo di Isabella Noventa, uccisa dall’ex compagno. E’ rimasto intrappolato sott’acqua per un’ora, troppo anche per un fisico come il suo abituato a missioni impossibili in scenari ad alto rischio, che lo avevano portato ad essere conosciuto e stimato per la sua trentennale attività da apneista e sub della polizia. Originario di Napoli, a 18 anni era andato ad Alessandria per coronare il sogno della sua vita: entrare in polizia. Di lì a poco alla divisa ha unito l’altra grande passione, quella per il mare e le sue profondità frequentate come pescatore subacqueo (di cui è stato campione italiano), un connubio che lo ha portato nel corso degli anni ad esperienze ed operazioni sempre più importanti. Nel corso della sua carriera in polizia ha fatto missioni all’estero come in Libia e in Germania collaborando con le locali forze armate speciali, era nella task force di soccorritori arrivati in occasione del naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio. Interventi rischiosi e salvataggi eroici come nella sfida ’all’ultimo respiro’ che lega il nome del cubano Francisco Ferreras (detto “Pipin”) a Umberto Pellizzari, entrambi alla ricerca del record assoluto di apnea.

Nel luglio del 1995 fu proprio Sanarico a intervenire in apnea a 40 metri di profondità in soccorso di Pipin rimasto in difficoltà nella fase di risalita durante un tentativo di record del mondo al largo di Siracusa: il suo gesto salvò la vita al sub cubano. Sempre nel 1995 un’altra impresa eroica col recupero dell’esplosivo dalla “Laura C” colata a picco a Reggio Calabria e, un anno dopo, quello del mercantile ’Penelope’ affondata in Puglia sottraendolo così alla criminalità organizzata già pronta a metterci sopra le mani. Ed era lì presente anche ad altri eventi ad alto rischio come il vertice Nato a Venezia e il movimentato G8 di Genova, così come era presenza fissa nella scorta del re spagnolo Juan Carlos in occasione delle sue vacanze in Toscana. E ancora, la stretta collaborazione con Donatella Bianchi in occasione di molti tanti servizi di ’Linea blu’, la vicinanza con Silvio Berlusconi, con i capi della polizia Antonio Manganelli e Franco Gabrielli. Tutti si sono ricordati di Sanarico partecipando ai funerali o inviando messaggi di cordoglio alla moglie Antonella e ai due figli.

"Era sempre pronto ad aiutare gli altri – lo ricorda la famiglia nel giorno del suo 60ª compleanno – aveva una parola di conforto per i colleghi in ogni occasione". Marito, padre e nonno amatissimo che si è lasciato dietro un vuoto incolmabile. "La sua scomparsa per noi è stata una doccia fredda, ancora adesso non riusciamo a farcene una ragione". Ha avuto modo di insegnare al nipotino a nuotare e a pescare. Rosario non è più su questa terra, ma il suo ricordo vivrà per sempre nelle strade, piazze, eventi e borse di studio che gli sono stati dedicati. Nel 2016 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito la medaglia d’oro al Valor Civile alla memoria. E portano il suo nome la base dei sommozzatori della Polizia di Stato di Punta del Pezzino e la rotatoria davanti alla piscina 2 giugno.

Claudio Masseglia