REDAZIONE LA SPEZIA

Musica ’sparata’ di notte Ammonito per stalking

Inquilino molesto colpito da un provvedimento del questore di Spezia. La segnalazione era partita dai vicini di casa. Il Tar ha respinto il ricorso

La musica sparata ‘a palla’ in piena notte non solo può causare l’arrabbiatura dei vicini di casa, ma può portare anche all’ammonimento del questore per atti persecutori. Ne sa qualcosa uno spezzino che, per il suo comportamento, ha rimediato un provvedimento monitorio vergato dal questore della Spezia: una decisione, questa, ribadita in prima battuta dalla Prefettura, e che è stata confermata anche ieri dal tribunale amministrativo regionale, che ha respinto il ricorso presentato cinque anni fa per ottenere l’annullamento del decreto di rigetto del ricorso gerarchico emesso dalla Prefettura.

La vicenda risale ai primi mesi del 2016 e si è consumata in un condominio della città: alcuni residenti di un palazzo, stufi della situazione, hanno bussato alle porte della Questura sollecitando l’adozione di una misura preventiva nei confronti di uno degli inquilini del medesimo condominio, resosi responsabile di alcuni atti persecutori. La segnalazione ha fatto scattare l’istruttoria degli investigatori della polizia, dalla quale è effettivamente emersa la condotta decisamente sopra le righe: "Estremamente significativo" si legge nel testo della sentenza, l’episodio avvenuto durante una notte quando i carabinieri, chiamati dai vicini, hanno riscontrato che effettivamente l’inquilino stava diffondendo musica ad alto volume, tale da disturbare il riposo delle persone. Non solo. L’uomo si sarebbe anche scagliato contro i militari, cercando di colpirne uno con una testata per poi tentare la fuga, non prima però di aver minacciato il vicino: "Dopo te la faccio pagare", avrebbe detto. Frasi e comportamenti che sono ovviamente finiti nel fascicolo, portando il questore a emettere il provvedimento. A nulla è valso il ricorso gerarchico presentato alla Prefettura, e neppure il ricorso al Tar. "Si tratta di un fatto che denota di per sé l’indole aggressiva del ricorrente, che dimostra come i vicini di casa fossero destinatari di minacce, e che colora anche i precedenti atti di danneggiamento per cui era stata presentata denuncia contro ignoti, rendendo presumibile che anche per questi fosse responsabile lo stesso ricorrente – si legge nella sentenza –. Allo stesso modo, può ritenersi provato per presunzioni, perché corrispondente a quanto accade nella maggioranza dei casi simili, lo stato di ansia che queste vicende abbiano provocato su chi le ha subite".