REDAZIONE LA SPEZIA

Morte con giallo su nave da crociera, precipita sul tetto dell’ascensore

Un elettricista spezzino perde la vita sull’unità nella quale lavorava

Nella foto la vittima José Sabdoval Opazo

La Spezia, 3 gennaio 2016 - Un marittimo residente alla Spezia ha trovato la morte nell’Oceano Atlantico a bordo della nave da crociera sulla quale era imbarcato, la Ecstasy della compagnia Carnival, 70mila tonnellate di dislocamento, 200 metri di lunghezza.

Si tratta di Josè Sandoval Opazo, 66 anni, originario del Cile ma da oltre 40 anni residente in città, dove ha fatto crescere la sua famiglia, coniugato con una donna del suo paese, Ines, che 33 anni fa ha dato alla luce Carolina, spezzina a tutti gli effetti, sorella di Cristian, 45 anni, nato invece in Cile prima dell’emigrazione in Italia.

La mamma, i figli, il fidanzato di Carolina, Fabrizio Grisolia, ingegnere nautico spezzino e gli altri parenti non si danno pace. Oltre al dolore per la perdita del familiare, non hanno certezze su cosa sia effettivamente successo. Sulla vicenda, infatti, si allunga un alone di mistero, che rende ancora più disperata l’attesa della verità. E’ infatti un decesso che si tinge di giallo quello di Josè, primo elettricista della nave-condominio che batte le rotte fra le Bahamas e le isole dei Caraibi, col suo carico di passeggeri che pensano solo a divertirsi.

Le prime comunicazioni alla famiglia, da parte dell’Ufficio risorse umane della compagnia, hanno riferito di un "incidente sul lavoro" e di un’agghiacciante scoperta: quella di Josè «accasciato sul tetto di un ascensore» adibito al sali e scendi dai ponti dei passeggeri. "Josè era solo, impegnato in un intervento di manutenzione non programmato sul macchinario..." questo il contesto all’interno del quale sarebbe maturata la tragedia, stando alle comunicazioni giunte alla famiglia alla Spezia dalle fonti della compagnia di Miami. Una cosa è certa: il cuore di Josè ha cessatto il battere il 27 dicembre scorso, alle 18 ora locale della Florida. La notizia è giunta ai familiari, alla Spezia, alle 5 di mattina del giorno successivo. A porgerla, con garbo e partecipazione, sono stati due poliziotti. Poi, nel pomeriggio, le comunicazioni della compagnia. Da quel momento domande senza risposta. L’attesa vana di ulteriori notizie. La navigazione ossessiva su Internet per capire se, negli USA, il caso era stato attenzionato. E la sconvolgente scoperta, quello di un filmato girato da un passeggero della nave sulla scena-choc post tragedia: le copiose tracce di sangue all’esterno dell’ascensore di bordo e nei pressi di una porta che si affaccia su un ponte.

Il cadavere di Jose intanto è stato ricomposto nella camera mortuaria di un’agenzia funebre di Miami, a disposizione della magistratura. Imminente il trasferimento, là, dei familiari residenti alla Spezia, con gli occhi gonfi di pianto, il cuore pieno di dolore e la mente attraversata da mille interrogativi, fra cui se ne impone uno: perché?