
Mr Rain, il supereroe umano: "La musica ci fa sentire meno soli"
di Marco Magi
Genuino, simpatico, vivace e riflessivo. È Mr. Rain, pronto ad un tour estivo fantastico che partirà venerdì dalla Spezia (in piazza Europa alle 21.30), per poi toccare fra le altre Asti, Assisi e Barletta e poi cominciare a novembre il percorso nei Palasport.
Nel suo ultimo album Pianeta di Miller, anche Paura del Buio. Un significato speciale?
"Me la sono dedicata, l’ho scritta per il me stesso bambino a cui spiego come, sebbene il mondo cerchi di cambiarti, si possano vivere attimi felici e periodi cupi. Arriverà, però, il giorno in cui si smette di avere paura e ci si accetta. È una delle canzoni che preferisco del nuovo disco: per il tema e per il genere musicale, in cui ho cercato di divertirmi a sperimentare".
Con la sua musica invia messaggi positivi. Ce n’è ancora bisogno?
"Sono sempre stato un introverso, la musica mi serve ad analizzare i problemi, a confidarmi, quando ho paura di qualcosa di me, quando ho bisogno di aiuto. Sono poi sempre stato convinto, e la mia carriera e tutto il mio percorso è incentrato su questo, che più mi raccontavo negli istanti più duri e cercavo di trattare temi personali, più la gente si rivedeva in me e riusciva a darsi forza per superare le difficoltà, per sentirsi meno sola".
Nessuna parolaccia nei suoi testi. Perché questa scelta controcorrente?
"Ognuno è libero di essere ciò che crede. Nei miei concerti canto La storia di Sam, di un ragazzo che emula i big. Anch’io da ragazzino l’ho fatto, era Eminem nel mio caso. Volevo essere come lui e ho commesso sbagli che non erano i miei. Nel mio pubblico ci sono anche i bambini, non voglio influenzarli negativamente".
Il successo di “Supereroi“?
"Una canzone strana che ha unito tantissime persone, perché ognuno riesce ad immedesimarsi nelle più disparate situazioni. Credevo nella sincerità del testo, non immaginavo però quell’exploit di vendite".
Quanto riesce ancora ad essere Mattia Balardi dopo la notorietà?
"Mattia lo sono sempre ed è la cosa bella. Se mi conosci ad un evento, su un palco o dal dentista, sono io. Non sono un personaggio costruito, si percepisce che quel che racconto è il mio vissuto".
Diversi giovani talenti alla ribalta, poi svaniscono. Timore di divenire una meteora?
"Da anni ho la mia nicchia che mi segue in capo al mondo e mi ritengo fortunato. Non ho una formula magica, ho semplicemente realizzato quel che mi sentivo senza seguire i trend: non ho fatto trap quando andava e neanche rispolverato gli anni ‘80. Quasi sempre andando controcorrente, a Sanremo e nei miei dischi".
Perché alla Spezia l’inizio del tour?
"Sono stato in quei luoghi splendidi numerose volte, anche per live e dj set. Ho trovato un pubblico clamoroso e sono contento. Sarà comunque un tour diverso dai precedenti. Con la band, ampliata a sei musicisti, suoneremo tutto al 100 per cento. Sarà un racconto di tutta la mia carriera, certo non potrò toccare tutti i punti – sorride, ndr – , perché non posso tenere in ostaggio per ore migliaia di persone".