REDAZIONE LA SPEZIA

Monica piange Zara "Nessun veterinario si è preso cura di lei mentre era in agonia"

Non vedente spezzina racconta l’amore e l’importanza del cane guida "Era per me come una persona, vivevamo come in simbiosi. Per casi come questo ci vorrebbe il servizio medico notturno".

Monica piange Zara "Nessun veterinario si è preso cura di lei mentre era in agonia"

LA SPEZIA

Perdere un animale a cui si era affezionati è sempre un trauma. Ma, per un non vedente, assistere all’agonia di un cane guida è un tormento, tanto più grave nella misura in cui si resta impotenti rispetto al bisogno di cure o dell’auspicio di evitargli sofferenze rispetto al destino che pare segnato. E’ accaduto a Monica Perugna, storica non vedente spezzina, centralinista del Tribunale e più volte balzata alla ribalta delle cronache in qualità di promotrice della pratica della vela da parte di chi non vede ma può riuscire a navigare ’sentendo’ il vento.

"Attraverso il racconto della drammatica esperienza della perdita della mia amata Zara voglio denunciare una circostanza affinchè si possa porvi rimedio: l’assenza in città di un servizio veterinario domiciliare notturno" dice Monica alle prese col dolore. Per far meglio capire la profondità del legame con l’animale, spiega: "Il cane guida per il cieco diventa come una persona: si vive quasi in simbiosi, sempre insieme. Zara era un Golden Retriever, aveva 16 anni e mezzo; le parlavo e mi capiva. Viveva con me da quando aveva 3 mesi; a parte il periodo dell’addestramento presso l’Accademia Cani Guida ’Mario Salzano’ di Roma, non ci siamo mai separate. Tutti i giorni mi accompagnava e stava al lavoro con me. doveva a malincuore rinunciare quando salivo in barca. Era bella vecchietta, con tanti acciacchi. Da un po’ di tempo ero io che curavo lei dopo tante premure da lei a me dispensate".

Cosa è successo?

"Zara si è sentita male fra il 9 e il 10 agosto scorso, ma di notte gli ambulatori veterinari sono tutti chiusi e anche i pochi che danno la reperibilità telefonica per urgenze poi indirizzano verso quelle cliniche che garantiscono di essere attive 24 ore su 24, dove comunque il cane deve sempre essere trasportato, se si ha la fortuna che rispondano al telefono. Infatti inutili sono state le chiamate verso la Clinica dove il cane era stato ricoverato tre giorni la settimana prima, una fra quelle che dovrebbero essere attive 24 ore su 24, perché nessuno quella notte ha risposto. Un’altra di queste cliniche invece ha risposto che il cane andava portato la, nonostante facessi presente che si trattava di un cane guida, che io sono non vedente e che non avevo nessuno disponibile per poterlo trasportare. Così Zara è morta, dopo un’agonia di otto ore che è durata dalle 21 alle 5 del mattino, senza che riuscissi a trovare un veterinario disposto a venire a porre fine alle sue sofferenze. Mi manca tanto, Zara...".

Monica trova intanto giovamento da un pensiero: tornare in barca a vela per due eventi importanti con i due Meteor a misura di non vedenti che gestisce quale responsabile dell’associazione Due colori nel vento: 8, 9 e 10 settembre a Carrara, col supporto del locale Club Nautico, per il circuito Homerus ’Claudio Valle’ e il 29, 30 settembre e 1° ottobre nel golfo della Spezia che sarà teatro del raduno nazionale della vela solidale ’Marelibera’ organizzato dall’associazione La Nave di Carta. "Alla Spezia vorrei lanciare in mare un fiore in ricordo di Zara e per testimoniare l’importanza dei cani guida per i non vedenti".

Corrado Ricci