
di Elena Sacchelli
Torna a Sarzana l’amatissimo scrittore con un’immensa passione per l’antico Matteo Nucci che, nella XXV edizione del Festival della Mente, sarà protagonista di ben tre appuntamenti, ovviamente a tema Origine. Due lectio magistralis, quella in apertura di rassegna "Origine della sapienza: l’enigma", quella di ieri "Ricomincio da qui" dove Nucci con Malika Ayane e Carlo Gaudiello, hanno parlato di come ha origine una canzone di successo. E l’evento di stasera, alle 20, in Fortezza Firmafede dal tema "Origine della filosofia: la dialettica".
Per lei gli appuntamenti di venerdì di domenica possono essere considerati complementari?
"Sì, diciamo che sono uno una prosecuzione dell’altro, anche temporalmente. Il primo affronta un periodo più arcaico, in cui gli antichi credevano che la verità la detenesse il Dio che si manifestava in maniera oracolare. I sapienti cercavano quindi di replicare quei toni oscuri spaesando e mettendo in crisi l’uditorio e in tal modo spronandolo a un percorso di conoscenza. Lo spartiacque tra i due appuntamenti è Socrate. Da lui in poi non si cercò più di replicare l’oscurità divina, ma i contenuti. La parola doveva essere chiara per essere compresa e da qui è nata la consapevolezza che la sapienza di fatto è irraggiungibile".
Da dove nasce la sua passione per l’antichità e la filosofia? E cosa possono insegnarci?
"Ho fatto studi classici, ma fin da bambino ero appassionato dalla mitologia e dall’epica, poi al liceo ho fatto un viaggio in Grecia dove ho potuto ammirare il suo splendore, la gente, i luoghi, che mi hanno letteralmente rapito. Filosofo è chi ama la sapienza e cerca di raggiungerla e credo che oggi si stia perdendo questa cosa. Platone diceva che per raggiungere la conoscenza bisogna sempre seguire la strada più lunga e credo che non ci sia niente di più vero; oggi invece tutto è veloce, semplificato e semplicistico".
Crede dunque che sia persa un po’ di sana curiosità?
"Penso che oggi si cerchi la via più veloce, "googlando" qualsiasi parola in pochi secondi ottieni risultati, ma leggere per tre minuti riguardo qualsiasi argomento non significa conoscerlo. Non c’è più interesse nell’approfondire, si affronta tutto con superficialità e quindi sta venendo meno quello che è il senso della filosofia".
Ha anche un’altra grande passione piuttosto particolare e alquanto divisiva, giusto?
"Assolutamente sì, la tauromachia e ho un sito proprio sul tema. Credo che la forma moderna di tauromachia che è la corrida vada affrontata con correttezza e non attaccata aprioristicamente. L’uomo ha sempre sfidato il toro, ma c’è di più. I tori destinati alla corrida, e lo dico perchè l’ho visto, vivono una vita straordinaria di almeno 5 anni, un periodo estremamente maggiore rispetto a quelli che verranno destinati al macello e vivono una vita selvaggia in campagne immense. Ora chiaramente si può essere favorevoli o contrari a questa tradizione ma le idiozie che circolano a riguardo proprio non lo sopporto, e tutto porta al discorso di prima. Si cerca la velocità e l’approssimazione, senza il desiderio di conoscere".