Caso Corini, Isa racconta il suo grande amore per Marco: "Noi uniti nel sangue"

La giovane fidanzata dell'avvocato che sarebbe stato ucciso parla a cuore aperto ma col diktat 'niente domande sull’inchiesta'

Isabò Barrack arriva a La Spezia (Frascatore)

Isabò Barrack arriva a La Spezia (Frascatore)

La Spezia, 21 febbraio 2016 - Isabò Barrack, con la sua chioma riccioluta e il viso contratto, si materializza alla stazione ferroviaria alle 13,50, scendendo dal treno, proveniente da Santa Margherita dove vive dopo l’abbandono forzato della villa di Ameglia in esecuzione di un accorto firmato a denti stretti. Quello teso a garantire la quota legittima dell’eredità alla madre dell’avvocato Marco Corini, suo convivente, sollevata dalla stessa anziana donna Elina Ciompi a scoppio ritardato dopo il tentativo della figlia Marzia (stoppato dal legale di Isa col codice civile alla mano) di impugnare il testamento per il falso da lei generato, così da renderlo nullo e appropriarsi della metà dei beni, al pari della madre.

Alla fine a Isa sono andati 450mila euro. E, visto come poteva andare, non è poco per una ventiduenne. Accade ad un mese dall’ultimo viaggio alla Spezia, quando Isa venne convocata dai carabinieri che, blindati nel riserbo più assoluto, indagavano sulle trame dell’intrigo testamentario del legale dei vip, l’ adorato fidanzato e promesso sposo della ragazza di origini seychellesi che, se fosse stato per lui, sarebbe diventata una possidente plurimilionaria, con villa. Un progetto, quello, stroncato da una dose killer di sedativo iniettata sul malato terminale dalla sorella medico anestestista Marzia, che ora risponde di omicidio volontario aggravato oltre che di falso in testamento e circonvenzione d’incapace (le ultime due ipotesi di reato sono prospettate in concorso con l’avvocato Giuliana Feliciani). Isa è qui per liberarsi dall’assedio dei giornalisti. Decide di parlare, ma nello studio del suo avvocato Luca Damian, che fissa i paletti: «Nessuna domanda sull’inchiesta, i magistrati devono lavorare senza condizionamento mediatici». Giusto: così sia. E il discorso qui riprende, allargandone gli orizzonti, dal botta e risposta che compare in cronaca nazionale

Chi era per lei Marco?

«... Tutto. Era come un padre, un fratello... Era il mio grande amore».

I momenti più belli?

"Le vacanze alle Seychelles; poi i viaggi a Rodi, in Oman...Ma anche durante la malattia, nella sofferenza comune, ho vissuto momenti di comunione indimenticabili».

La decisione di convivere?

«Maturò proprio durante un tramonto di fuoco alle Seychelles nel settembre 2012, dopo la frequentazione iniziata alla Spezia a luglio, quando venni a trovarlo... Marco era molto legato a mio padre, che aveva conosciuto e frequentato per anni alle Seychelles. Lì tornammo insieme alla fine dell’estate. Dopo la vacanza ci trasferimmo nella villa di Ameglia».

Pochi mesi spensierati e poi, alla fine del gennaio 2013, la diagnosi della malattia, l’inizio del calvario...

«Non ne fece un dramma Marco. Era fiducioso di riuscire ad arginare l’Imperatore. Chiamava così il tumore, con riferimento al libro «L’imperatore del male. Una biografia del cancro» scritto dall’oncologo Siddhartha Mukherjee». L’avvocato Damian interviene per una puntualizzazione: «Marco regalò quel libro a tante persone amiche e conoscenti malate di tumore. Era un modo per incoraggiarle, per sostenersi a vicenda»

Un’Imperatore senza scrupoli... come la sorella, secondo i pm?

Isa fa una pausa. Trattiene il respiro; l’avvocato le ricorda l’impegno. «Bisogna parlare di altro». Tante scuse per l’incursione sul terreno off limits. Proseguiamo.

Quando Marco le propose di sposarlo?

«Nella notte di San Silvestro a cavallo fra il 2014 e il 2015, durante una festa tra amici a Montemarcello».

Perché non l’avete fatto subito?

«Perché pensavamo di poter organizzare le cose con calma; perché prioritarie erano le cure».

All’inizio dell’estate per Marco voleva stringere i tempi... progettò il matrimonio all’Eco del mare, per settembre... è vero?

«Sì. Mi chiese di darmi da fare per organizzare la festa. Ma le condizioni di salute divennero giorno per giorno sempre più gravi. Il mio unico pensiero era stargli a fianco per sostenerlo nelle terapie che lo fiaccavano; poi ci fu il ricovero»

A settembre la dimissione. E ad Ameglia si materializzò la sorella...

«Marco contava sulla sua professionalità medica; riallacciò i rapporti già prima, nel 2014».

Non voleva vedervi marito e moglie: dopo la morte di Marco i beni sabbero andati a lei, Isa...

«Resteremo comunque uniti. Io lo sento vicino a me. Il nostro è ormai un legame di sangue».

E Isa, a quel punto, fa vedere una foto: il braccio, dimagrito, di Marco con impresso un tatuaggio con l’immagine di un cuore e la scritta love baby. «Io ne ho uno nel costato con l’iniziale del suo nome; ce li siamo fatti nell’agosto del 2012», dice Isa mostrando anche due targhette ciondolanti da una collanina: «Sopra ci sono impresse l’Ave Maria e il Padre nostro. Me le ha regalate Marco; comprandone una copia anche per lui». Che fine hanno fatto? «Erano con lui nella bara...». Ma Marco non sembrava religioso... «Lo era, a suo modo. Come in tutto».