Malata terminale sola in hospice. La famiglia non è vaccinata

Il molecolare non basta. Così il figlio della donna per vedere la madre si è rivolto a un legale

Medici

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La Spezia, 2 febbraio 2022 -  È una malata terminale, da dicembre è ricoverata presso l’hospice dell’ospedale di Sarzana senza avere la possibilità di vedere i propri famigliari. Questo perché il decreto del 24 dicembre vieta l’accesso a residenza sanitarie, hospice... a chi non ha le tre dosi di vaccino. In questo caso neppure due. "E questo nonostante il figlio – sottolinea l’avvocato Monica Carmisciano alla quale si è rivolto l’uomo – fosse pronto ad effettuare tampone molecolare e indossare tutti i dispositivi di protezione necessari per incontrare la madre. Non si può impedire a una persona a poche ore dalla morte di vedere la propria famiglia, i nipoti".

E così è partita una pec al direttore della struttura e ai vertici sanitari per cercare di smuovere la situazione. Ma la raccomandata, almeno finora non ha ottenuto la risposta sperata. Anche se voci di corridoio sostengono che in effetti il figlio sarebbe stato fatto entrare in struttura per vedere la madre per alcuni minuti. Un contentino per l’avvocato Carmisciano, che assiste gratuitamente il figlio della donna malata perché il provvedimento lede di fatto "diritti costituzionalmente garantiti".

E il legale riporta il caso del ragazzo 23enne di Firenze lasciato morire da solo in reparto senza nessun parente accanto, madre compresa. Una vicenda che ha suscitato scalpore e sollevato parecchi dubbi sulla bontà di quella rigida applicazione della regola.  

«Questa cosa non ha senso – ha aggiunto l’avvocato – ancora oggi, dopo le telefonate, non un nipote è potuto andare a vedere la nonna. In Toscana dopo il caso di Firenze, l’ordine dei medici ha lanciato un appello a non discriminare, credo che questo dovrebbe essere fatto anche qui". Intanto la lista delle famiglie che vivono situazioni simili si allunga. "Si non è l’unico caso che seguo – prosegue la Carmisciano –. Intanto vediamo come va questo".

Sollecitata per avere un suo parere sulla scelta no vax, l’avvocato ha risposto che è "per la libertà di scelta e per il rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti". E a proposito di diritti porta ad esempio l’assegno alimentare garantito dallo Stato a tutti i dipendenti pubblici anche a quelli che si sono macchiati dei reati più atroci, pedofilia compresa. "Ebbene – conclude – al personale sanitario sospeso perché non vaccinato non viene garantito neppure questo..."  

Anna M. Zebra