
Lo schianto, il coma e la ripresa Per il rider la terapia del basket
Lo schianto in moto mentre trasportava le pizze, un lungo stato di coma, il risveglio e la lenta ripresa, incoraggiata da amici, bravi fisioterapisti e, ora, dalla Uisp che ha ingaggiato il giovane nella propria squadra di basket con atleti misti: abili e diversamente tali, con questi ultimi che giocano sulla sedia a rotelle. Una storia di dolore, solidarietà e determinazione quella di Matteo Busoni, il giovane 33enne originario delle Grazie, già campione junior al Palio del Golfo, finito tra la vita e la morte il 27 dicembre 2020 per le ferite riportate in un incidente a Milano, sotto la neve, con l’asfalto traditore, mentre effettuava una consegna in assetto rider, pagato in nero.
"Grazie a tutti coloro che mi sono stati e mi sono vicini. Giorno dopo giorno apprezzo i miglioramenti; alimentano il mio sogno: tornare ad imbracciare il remo, tornare a vogare. Lo spero con tutta la mia forza d’animo e la forza dello sport che già, con l’impegno nel basket, mi sta dando grandi soddisfazioni. Grazie alla Uisp, alla presidente Diana Battistini, all’allenatore Andrea Dreini alla guida della squadra Las Pezia Pirates. Ma ancora prima grazie ai fisioterapisti della Don Gnocchi, agli amici della borgata delle Grazie, dell’ambiente del Palio del golfo: non vedo l’ora di tornare a vogare. Ce la metterò tutta". L’inanellarsi delle parole di Matteo è molto più veloce di quello di un anno fa. Per muoversi però ha ancora bisogno della sedie a rotelle. Si era risvegliato dal coma l’11 febbraio del 2021 stimolato dalle frasi-mantra dei campioni della squadra del cuore, l’Inter, invitati dai tifosi a registrare parole e pensieri capaci di motivare Matteo a tornare al mondo. "Inter alé" le prime parole appena riaprì gli occhi. Ne seguirono le terapie nel centro di riabilitazione spezzino, l’uscita da esso due mesi dopo e il prosieguo delle stesse, integrate anche da altri trattamenti a pagamento perché l’Asl non copre tutti i bisogni.
"Non solo un’assistenza medica e paramedica efficace, un’amicizia sincera ma anche assist logistici alla base della ripresa: come la riparazione della piattaforma per permettere a Matteo di raggiungere l’ascensore per salire nella casa dell’Arte, già assegnata ai nonni, in cui vive", dice il papà Alessandro.
Per Matteo anche le cene di solidarietà all’Osteria Caran, al ristorante Gambero e su un traghetto del Consorzio di navigazione 5 Terre Golfo dei poeti, finalizzate alle raccolte fondi per permettere a lui e ai suoi cari di fronteggiare le spese ingenti della riabilitazione. "Tutti insieme per Matteo" è lo slogan che, dal 2021, campeggia sulla recinzione che, alle Grazie, separa l’area del Cantiere Valdettaro da via della Libertà. Un richiamo che alimenta il del campione: tornare a vogare.
Corrado Ricci