
La polizia sul luogo dove è stato ritrovato l’ordigno inesploso
I due principali indagati dell’inchiesta sul tentato attentato incendiario al Tribunale di Pisa si sarebbero resi protagonisti di alcune azioni anche nello Spezzino. È quanto si evince dalle pagine dell’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di Veronica Zegarelli e Luigi Palli, firmata da giudice Angelo Antonio Pezzuti. Dalle carte, nella fattispecie quelle sulle segnalazioni di polizia relative ai due, si evince che Palli e Zegarelli sarebbero stati denunciati nel novembre del 2022 per l’apposizione di scritte murali di matrice anarchica di solidarietà ad Alfredo Cospito presso un istituto scolastico a Sarzana, con la scritta “Fai-Fri“. La stessa Zegarelli, assieme a un’altra persona, è stata indicata dalla polizia come responsabile di aver redatto, nell’ottobre dello scorso anno, delle scritte contro aziende del settore militare. Tra le carte dell’ordinanza spuntano i nomi di Leonardo e dell’Oto Melara. Episodi analoghi sarebbero stati segnalati dalle forze di polizia anche nella provincia di Massa Carrara.
Nella fattispecie, si fa riferimento a un’aggressione, dopo un corteo senza preavviso, a militanti della lega intenti ad allestire un gazebo elettorale a Marina di Carrara. Non solo. Agli atti della Procura di Pisa, sulla base delle risultanze delle indagini della Digos, una segnalazione particolare: quella derivante dalle dichiarazioni di una persona, un uomo definito "strettamente legato agli attuali indagati", che nel corso di una telefonata avvenuta nella primavera dello scorso anno avrebbe mostrato interesse a sapere dove trascorresse le vacanze un giudice in servizio presso il tribunale della Spezia. Come si ricorderà, il 5 gennaio del 2019 La Spezia fu al centro di un atto dimostrativo da parte di un gruppo anarchico, nel corso del quale vennero imbrattate la fontana di piazza Garibaldi, via Prione e le zone limitrofe con della vernice rossa. L’episodio fu collegato a un atto dimostrativo contro i provvedimenti assunti a carico di un giovane, all’epoca in carcere alla Spezia, accusato di aver piazzato un ordigno a Firenze a seguito del quale un artificiere rimase gravemente ferito.
Matteo Marcello