Lavori fuori tempo massimo Blitz dei carabinieri all’ex cava Carlo Alberto Cantiere sotto sequestro

Il disco verde era arrivato il 28 marzo 2022, ma la Dia risale soltanto al 30 marzo scorso. Ora si deve passare attraverso una nuova convocazione della conferenza dei servizi.

Lavori fuori tempo massimo  Blitz dei carabinieri  all’ex cava Carlo Alberto  Cantiere sotto sequestro

Lavori fuori tempo massimo Blitz dei carabinieri all’ex cava Carlo Alberto Cantiere sotto sequestro

I carabinieri forestali irrompono nella querelle riguardante la realizzazione dello stabilimento balneare con piscina e ristorante nell’ex cava Carlo Alberto sull’isola Palmaria. Lo fanno con l’iniziativa del sequestro dell’area teatro della cantierizzazione. L’affondo è del nucleo Investigativo. La notizia si diffonde ieri nel bel mezzo della manifestazione ambientalista. Il clamore è scontato. La domanda pure. Perché? La ragione dei sigilli è semplice, nella ratio degli investigatori: i lavori sono iniziati fuori tempo massimo, quello da rispettare in relazione alla chiusura della conferenza dei servizi che aveva approvato il progetto, a firma dell’architetto Roberto Evaristi, presentato dalla società Palmaria Experience.

Il disco verde risale al 28 marzo 2022. I lavori dovevano iniziare entro un anno. La dichiarazione di inizio attività risale al 30 marzo scorso mentre la delimitazione del cantiere è stata avviata il 4 aprile, quindi, secondo l’accusa, col permesso di costruire scaduto. L’effetto indotto, secondo i segugi green dell’Arma, è l’azzeramento della procedura autorizzata. Dunque, conferenza dei servizi da riconvocare ad opera dell’amministrazione civica che, con determina del responsabile alla pianificazione territoriale, il geometra Gabriele Benabbi, aveva dato il via al progetto e che, con la mossa più recente del sindaco Matteo Cozzani, aveva difeso lo stesso. Il primo cittadino, il 6 aprile, dopo l’allarme ambientalista alla vista dei pontoni aveva ribadito a mezzo social la tesi della legittimità dell’intervento privato previsto dagli strumenti urbanistici fin dal 2002, relegando nel novero delle fake news i rilievi di Legambiente e Posidonia che hanno poi rilanciato, parlando di ‘aggiramento’ del Puc. Ora per un cavillo – quello dell’orizzonte temporale di validità del titolo edilizio, con termini ancorati alla fine della conferenza dei servizi a cui era seguita la convenzione privato-Comune per pagare gli oneri di urbanizzazione – arrivano i carabinieri ad apporre i sigilli. Il provvedimento è al vaglio del gip per la convalida. Fabio Giacomazzi di Legambiente ieri ha intanto annunciato: "Siamo al lavoro per elaborare un esposto da presentare in Procura".

Sullo sfondo resta il contenzioso amministrativo promosso dal ‘Comitato Palmaria sì, masterplan no’. Nel mirino, davanti al Tar, c’è la rinuncia alla prelazione sui terreni in zona Parco – venduti a Palmaria Experience – da parte della giunta comunale in luogo del Consiglio comunale che, secondo gli ambientalisti, avrebbe dovuto essere il vero titolare della decisione. La giunta aveva giustificato la rinuncia all’acquisto con mancanza di soldi e di interesse. Lo aveva fatto il 22 dicembre 2021, lo stesso giorno in cui era arrivata richiesta della parte privata che aveva già concluso, un anno prima, un preliminare di vendita con Palmaria Experience al prezzo di 950mila euro. Il titolare di Palmaria Experience Raffaele Paletti (già dominus del Grand Hotel) è finito sotto inchiesta per l’avvio dei lavori a scoppio ritardato. La notizia del sequestro ha fatto irruzione nella campagna elettorale e nel confronto fra candidati sindaci promosso per ieri sera da Paolo Negro. C’erano solo lui e Marco Vignudelli, entrambi oppositori di Cozzani, divisi nella corsa elettorale e competitor dell’altra candidata antagonista, Francesca Sacconi. Fabio Carassale ha infatti rinunciato dopo aver tentato la via di una lista unica.