Da vero e proprio talento come meccanico navale appena 21enne, a infiltrato nei narcos per 4 lunghi anni. La sua collaborazione ha portato al sequestro di 12 tonnellate di cocaina del valore di 700 milioni di euro e tanti arresti. Una storia incredibile per certi versi sconvolgente quella di Gian Franco Franciosi per gli amici "Giannino", oggi 41enne che sarà raccontata in una serie Tv su Rai 1 a partire dal 2 novembre, in 8 puntate suddivise in 4 serate, quindi 2 puntate a sera. Un evento sicuramente molto atteso. Il titolo "Gli orologi del diavolo", tratta dal libro scritto dallo stesso Franciosi con il giornalista Federico Buffa. Protagonista sarà Giuseppe Fiorello, nel cast anche Claudia Pandolfi, Nicole Grimaudo, Gea Dall’Orto. Giannino ha seguito tutte le lunghe riprese della fiction, aveva un ruolo di consulente nella troupe.
"Ho ripercorso quegli anni e mi sono venuti i brividi nel vedere le scene – racconta Franciosi – sono tanti 4 anni vissuti da infiltrato. Ero un ragazzino quando sono finito in una situazione difficile anche da raccontare. La serie tv è fatta in maniera perfetta, tutti ora possono vedere quale è stata la mia vita, i miei incubi le mie paure, ma anche l’obiettivo raggiunto. Sensazioni che ho rivissuto durante le riprese".
Posto di fronte ad un dilemma Giannino ha scelto la legalità. Non ci ha pensato un attimo infatti Franciosi quando attraverso la Tv si è reso conto che Giuseppe Valentini, romano conosciuto come "Tortellino" che aveva chiesto di modificare il motore del suo gommone, offrendogli 50mila euro, in realtà era un trafficante di droga. L’ha appreso durante il telegiornale nel servizio che raccontava dell’uccisione di "Tortellino" nel suo ristorante "Il gatto, la volpe e il sorcio" ed è corso in questura alla Spezia. I poliziotti l’hanno rassicurato . A quel punto Giannino si era ripreso la sua vita e il suo lavoro, si era fatto una famiglia ma la situazione è precipitata alcuni anni dopo. Erano arrivate nel suo laboratorio due persone, uno parlava spagnolo, l’altro napoletano e gli avevano commissionano un gommone, gettandogli tanti soldi sul tavolo. I due avevano anche detto a cosa serviva il gommone con particolare caratteristiche, facendo il nome di Tortellino. Anche in quella occasione Franciosi era corso alla polizia. I due erano stati identificati: il napoletano un camorrista del clan Di Lauro, lo spagnolo invece Elias Pinero uno dei più potenti boss del narcotraffico.
E’ stato in quel momento che Franciosi ha dovuto fare la scelta più importante della sua vita.
"Mi hanno chiesto di fare l’infiltrato ed ho accettato. La mia vita è diventata viaggi in Sudamerica per trasportare enormi quantità di cocaina, festini con i narcos e riunioni di emergenza con la polizia. Sono diventato un infiltrato civile ed ero considerato quasi un fratello dal boss spagnolo Aurelio".
Ha scontato 7 mesi e 24 giorni di carcere a "La Farléde" di Tolone, per tenere la sua copertura. Poi il ritorno in Sudamerica e infine, anche grazie a lui, la maxi operazione Albatros in mare aperto nel settembre 2007 e il sequestro delle 12 tonnellate di cocaina. Per Giannino finalmente sembrava arrivata la fine di quel terribile periodo invece ne è iniziato un altro ancora più difficile che è ancora di attualità. Aurelio infatti è riuscito a fuggire e l’ha condannato a morte. Anche oggi è sotto protezione dei carabinieri.
Carlo Galazzo