
La nutrizionista "Il tempismo può salvare"
Biologa nutrizionista con studio alla Spezia e a Sarzana, dopo aver conseguito la laurea magistrale in scienze biologiche e il master di II livello alla scuola di specializzazione in psicoterapia Il Miller, è oggi docente di riabilitazione nutrizionale presso l’istituto. Georgia Manetti, che opera in sinergia con lo psicologo e psicoterapeuta Alessio Novarelli per la cura dei pazienti affetti da Dca, racconta dalla sua prospettiva il cammino verso la loro guarigione. L’intervento ambulatoriale può essere intrapreso da persone affette da Dca che hanno un disturbo fino a una certa gravità e non sono a rischio vita: oltre, si rendono necessari il day hospital o il ricovero, scelti in base al grado di gravità delle condizioni fisiche, psicologiche e psichiatriche. "Va precisato – esordisce – che più è precoce l’intervento dall’insorgenza del disturbo, meglio è. Non c’è una tempistica riguardo la durata del trattamento della riabilitazione alimentare: dipende dal tipo di disturbo, dalla sua gravità, dal fatto di essere in acuto o in cronico, da quanto il paziente riesca a seguire il percorso di riabilitazione, se ci sono patologie psichiatriche compresenti". Un fattore che può ritardare il ricorso agli specialisti è il mancato riconoscimento del Dca. "Spesso – spiega – vengono scambiati dai genitori per dei capricci e delle mode, classificati come una debolezza o una cosa momentanea, quando invece i segnali sono precisi".
La riabilitazione nutrizionale ha un ruolo centrale nel trattamento di questi disturbi. L’obiettivo minimo è ripristinare uno stato nutrizionale fisiologico e comportamenti alimentari funzionali e gestire gli aspetti psicologici della malattia. "Ci sono vari tipi di protocollo che variano a seconda del disturbo e delle comorbidità presenti; il lavoro per la riabilitazione psiconutrizionale è sempre in team specialistico e seguendo le linee guida del ministero della Salute, si opera sempre in équipe con obiettivi concordati e condivisi. Nell’intervento ambulatoriale l’équipe è composta da: psicologo, psicoterapeuta, medico e biologo nutrizionista, eventualmente anche psichiatra, ginecologo ed endocrinologo". Non si può parlare di terapia-tipo, perché le variabili sono diverse; si parte con la valutazione nutrizionale, medica, psicologica e psichiatrica e insieme al team si va a definire il tipo di intervento da attuare, ponendo degli obiettivi a breve, a medio e a lungo termine. L’intervento viene ricalibrato nel corso della terapia con un lungo lavoro di confronto degli specialisti che seguono la persona affetta da disturbo alimentare.
Chiara Tenca