CHIARA TENCA
Cronaca

"La collaborazione tra l’Europa e la Russia sarà compromessa almeno per un decennio"

Il presidente di Termomeccanica analizza la situazione. "Da questo dramma prenderà il via il vero nucleo politico dell’Unione europea"

di Chiara Tenca

Uno sguardo da via del Molo sul conflitto russo-ucraino. Sulla guerra che ha sconvolto l’Europa, parla Enso Papi, presidente di Termomeccanica.

Presidente, il gruppo ha un legame con la Russia: qual è l’entità di questo rapporto?

"Abbiamo il 25% di uno stabilimento, il 75% del quale è dei russi, in cui si producono pompe per oleodotti su disegni nati in collaborazione e con un forte sostegno tecnologico nostro: una fabbrica da 300 persone in Siberia, che fattura circa 100 milioni di euro. Una forma di collaborazione integrata nata dalla grande dipendenza dell’Europa dal gas russo, comune ad altre grandi aziende, come Volkswagen, Enel e Renault. Fino a un mese fa la Russia collaborava in termini di energia, l’Europa di tecnica: uno schema collaudato, che durava da circa 15 anni".

E ora?

"Putin potrà anche lasciare il potere per motivi più o meno naturali, ma questa invasione minerà la collaborazione fra Europa e Russia per almeno un decennio: la cortina di ferro tornerà, a questo punto anche se dovesse esserci di nuovo la pace in Ucraina, cosa che peraltro non prevedo a breve".

Addirittura parla di decenni?

"Sì. Come potrà fidarsi nuovamente l’Europa? Putin ha creato un fossato, scavando non solo verso l’Ucraina e ma tutto l’Occidente. Non si aspettava che il paese reagisse con tale fermezza e che tutti lo applaudissero: questa resistenza lo obbligherà a far tanti martiri, e i martiri creano forza a chi muore. Questa gente vuole rispetto e dignità per l’individuo: per questo li sentiamo vicini. Inoltre, molti russi non appoggiano la guerra. Sul piano dell’economia, non sarà, quindi, possibile considerare più questo paese un partner con cui integrarsi in modo strategicamente forte".

Inevitabile pensare ai riflessi anche sul fronte interno della Ue, che ora si ricompatta.

"Il nemico a est spinge ad unirsi, non solo con la moneta, ma anche con un piano energetico condiviso e forza militare: da un dramma prenderà il via il vero nucleo politico dell’Unione". Energia: una delle parole più nominate, parlando di Ucraina, dopo il pensiero doveroso alle vittime. Cosa accadrà?

"L’Europa vorrà rendersi indipendente da questo mondo inaffidabile: prevedo che entro pochi anni, cinque o sei, la sua dipendenza energetica dalla Russia si ridurrà sempre più. Per Italia, Germania ed Austria il loro gas è la fonte di energia più utilizzata: noi arriviamo a circa il 45%. Fra riduzione volontaria e imposta, si calerà gradualmente e spero in un’agenzia europea dell’energia che faccia acquisti per tutta l’Unione. L’Europa dovrà cambiare, quindi: più centrali nucleari, più gas dall’Algeria e se servirà, daremo il nostro contributo".

Sta parlando di Spezia.

"Siamo andando incontro a un’economia dettata dalla guerra: stop al populismo energetico, sì al realismo. Potrebbe servire una moratoria sugli impegni per la decarbonizzazione di due anni e la centrale spezzina, in questo caso, dovrà far la sua parte. Lo stesso se Panigaglia dovesse ricevere più gas: non voglio battute su fumo della centrale e due navi in più, chi le fa non capisce in che condizioni stiamo andando".

Ma ci saranno conseguenze pesanti.

"Questo distacco inciderà sulla nostra crescita in senso depressivo, da 1 a 3 punti percentuali: non so stimarlo al momento, ma dipenderà dalla necessità di aumentare le sanzioni, che nel breve termine forse faranno più male a noi che a loro. Abbiamo già avuto un assaggio con gli aumenti del gas, e pensiamo a quanto turismo ed export dipendono dalla Russia. L’Italia dovrà esser messa in mano non a chi parla per slogan, ma a chi capisce cosa stia succedendo".

E la Russia quali conseguenze avrà?

"Putin pensa in modo emotivo, ma condanna al declino economico il paese. Non penso a un avvicinamento alla Cina, è dietrologia: la Russia ha bisogno dell’Europa per crescere: voglio ricordare che il reddito medio del paese è 11mila dollari a testa ed è fermo. Tutta l’Ue ha fatto meglio e l’Ucraina va verso questo modello".

Quale sarà il futuro di Termomeccanica?

"Grazie all’unione con Trillium, ci apriamo al mercato americano, mentre si chiude quello russo. Il mondo dei compressori è in forte sviluppo e così la parte ecologia, sono ottimista: ci vorranno tecnologia, certezze scientifiche e che questo paese non vada più per slogan. Non se lo può permettere".