Itticoltura off-shore. Trovato il sito idoneo

GENOVA Una vasta area situata oltre un chilometro al largo, nel tratto di costa compreso tra il confine tra i...

Itticoltura off-shore. Trovato il sito idoneo

Itticoltura off-shore. Trovato il sito idoneo

Una vasta area situata oltre un chilometro al largo, nel tratto di costa compreso tra il confine tra i Comuni della Spezia e di Riomaggiore, e l’arcipelago di Porto Venere. È quella pià adatta a ospitare un impianto di itticoltura off shore, secondo gli studi condotti da Regione Liguria. Ieri, in consiglio regionale, il vicepresidente con delega alla Pesca Alessandro Piana ha fatto il punto sugli approfondimenti finalizzati a individuare le zone destinate all’acquacoltura che rispettino gli standard ambientali, igienico-sanitari, di benessere animale e che siano favorevoli per la sicurezza sul lavoro, l’accrescimento, il benessere dei pesci e gli aspetti socio-economici. Attività che si sono concluse nel novembre scorso e che vedranno, grazie al programma regionale della Pesca e dell’Acquacoltura e ai nuovi fondi Europei, la realizzazione di un impianto di itticoltura pilota. "Sullo stabilimento di itticoltura di Portovenere ricordo come, a fronte di un impianto risalente a 20 prima delle linee guida regionali del 2007, ci siano già stati diversi modi di affrontare le criticità. Tra questi segnalo, ad esempio, il ricollocamento del 2017 che non si rivelò tuttavia fruttuoso per gli aspetti meteomarini abbondantemente critici. Ecco perché tramite i recenti studi abbiamo individuato un areale off-shore compreso tra il Comune di Deiva Marina e quello di Sarzana idoneo non solo per l’installazione degli impianti, ma caratterizzato dall’assenza di vincoli specifici – afferma Piana –. Ora si tratta di testare un nuovo prototipo di impianto sperimentale che sia in grado di far fronte alle condizioni meteomarinedel sito, caratterizzato da forte idrodinamismo".