REDAZIONE LA SPEZIA

Intralcio alla giustizia, indagini chiuse

Tre bengalesi sono accusati di aver promesso denaro nell’inchiesta sul caporalato

Il procuratore capo Antonio Patrono ha chiuso le indagini nei confronti dei tre bengalesi accusati di intralcio alla giustizia per aver promesso soldi ad una delle vittime affinché ritirasse la denuncia da cui era partita l’inchiesta sul caporalato della guardia di finanza. Si tratta di Mozibur Rahaman Sarker di 37 anni residente a Venezia, Rahman Minazur di 48 anni residente alla Spezia e Mohammed Mahebur Rahman Sarker di 47 anni residente in Venezia. Sono indagati perché il 16 novembre 2020, in concorso tra loro, avrebbero promesso soldi al loro connazionale e attraverso di lui anche ad altri dipendenti della Gs Painting chiamati a rendere dichiarazioni davanti all’autorità giudiziaria, per ritrattare le loro accuse e quindi indurli a commettere il reato di falsa testimonianza. Ora i tre bengalesi, difesi dall’avvocato di fiducia Paolo Munafò, avranno tempo venti giorni per presentare memorie difensive, prima che la procura si espima con la richiesta di rinvio a giudizio. L’avvocato Munafò presenterà la memoria sostenendo che non ci sia stata alcuna condotta caratterizzata da violenza fisica né morale, né connotata da coercizione di alcun genere. "La condotta dei tre non può dirsi idonea ad integrare il reato di intralcio alla giustizia – sostiene Munafò – sia per le evidenti modalità di commissione del fatto (la stessa persona offesa riferisce che il suo interlocutore aveva modi gentili), sia perché una persona non in possesso di cognizioni giuridiche può ritenere lecito chiedere la remissione della querela dietro offerta di denaro a titolo risarcitorio".