
I bikers ecologisti che hanno fatto tappa alla Spezia (. Foto di Alexia Frascatore
di Ilaria Vallerini
Jacopo, Gabriele, Angelo e Margherita raggiungono piazza Europa in sella alle loro bici. Le tute da ciclismo, le borracce riempite fino all’orlo, gli occhiali da sole. Angelo dà un’ultima gonfiata alle ruote prima della ripartenza. Hanno con loro lo stretto necessario in alcune borse da viaggio caricate sulle bici, ma soprattutto una missione ben precisa: raggiungere Mentone il 12 agosto per il passaggio di testimone con i francesi. Jacopo apre una borsa in pelle ed estrae un contenitore dal contenuto "preziosissimo", precisa il giovane fiorentino Bicycle Mayor del progetto ’Cop30 ride - The ten proposals’: decine di lettere di impegno per la promozione della ciclomobilità firmate e timbrate dalle amministrazioni comunali delle città in cui ha fatto tappa la ciclostaffetta partita lo scorso 14 maggio da Baku in Azerbaigian – passando poi dalla Turchia, attraversando i Balcani, i laghi e i borghi nascosti della Slovenia, fino a superare il confine e sfrecciare in Italia – contenenti le proposte per la promozione della ciclomobilità da consegnare a novembre alla prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, la Cop30, che quest’anno si svolgerà a Belém in Brasile. Un’impresa epica, nel segno della sostenibilità, sostenuta da alcuni Comuni italiani e da Fiab, che si propone di diventare la staffetta ciclistica più lunga al mondo, tanto che è in corso la candidatura ufficiale al Guinness World Record. La carovana ciclistica che ha percorspo la ciclopista Tirrenica, dopo aver fatto tappa a Massa, è arrivata a Spezia dove è stata salutata dal sindaco Peracchini. Il progetto si focalizza su un’azione dal basso - "abbiamo raggiunto punte di 50 persone che pedalavano con noi tra Padova e Bologna", raccontano i ciclisti - ma il suo cuore vero è "il tentativo di coinvolgere le amministrazioni locali attraverso un impegno concreto", dicono.
"Noi italiani abbiamo preso il testimone dagli sloveni e tra poco lo passeremo ai francesi - spiega Jacopo Bardi -. Abbiamo già raccolto una decina di sottoscrizioni da parte dei Comuni, tra cui Bologna e Firenze, che stanno già realizzando alcune delle 10 proposte contenute nel nostro ’Ten proposals per la mobilità dolce’ oppure che le metteranno in campo in futuro, e altrettanti interessati ad aderire".
"La missione - continua Bardi - è quella di chiedere all’Onu l’assunzione di un impegno nella promozione della ciclomobilità in area urbana. Comprendere che è un elemento strategico per la transizione ecologica e per eliminare una buona dose di C02. Servono infrastrutture adeguate e uno sforzo dal punto di vista dell’educazione e della sensibilizzazione della cittadinanza. Siamo convinti - conclude - che sia uno straordinario mezzo di democratizzazione del la mobilità essendo economico e accessibile a tutti".