Nei prossimi 10 anni la Spezia perderà quasi 8mila persone in
età lavorativa, una fotografia che vede far riflettere in vista del traguardo fissato al 2035. Il calo emerge dal report di Cgia Mestre che ha fatto una proiezione sul 2035 elaborando dati Istat. Nel dettaglio Spezia passerà da 132.389 potenziali lavoratori a 124.557, con segno negativo di 7832 con una variazione percentuale del 5,9%, seguendo la tendenza nazionale con una diminuzione che coinvolgerà circa 3 milioni di persone. Spezia comunque fa registrare una flessione inferiore rispetto a quella ligure, dove la previsione dal 2025 al 2035 registra una flessione del 6,8%: "È una previsione oggettiva che ci deve far riflettere su un calo demografico – spiega il responsabile della Cisl spezzina Antonio Carro – che può generare squilibri economici e sociali che possono mettere a rischio la tenuta dei conti pubblici in particolare andando a colpire la tenuta del potere d’acquisto, pensioni e sostenibilità dei costi della sanità pubblica già oggi è in evidente difficoltà per gravi carenze di personale, liste di attesa, disagi per la diagnostica". La soluzione? Invertire questa tendenza "con politiche mirate che possano consentire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro con politiche per l’infanzia ed aiuti concreti alle famiglie. Deve essere una priorità se vogliamo fronteggiare questa situazione. A Spezia e provincia il turismo è volano di crescita ma la trasformazione di tante case ad uso turistico comporta l’impossibilità di trovare appartamenti in affitto a prezzi accessibili. Il Comune di Spezia si è dimostrato sensibile a queste tematiche, ma credo che servano politiche nazionali ed europee che aiutino a cambiare trend da ’inverno demografico’".