
Francesco Ruggiero, accusato di omicidio volontario per l’uccisione a colpi di pistola del rivale in amore Vincenzo D’Aprile l’11 marzo 2019 in piazzale Ferro, è affetto da un’"infermità mentale". Il deficit è stato diagnosticato e riferito dal consulente della difesa, il professore Pietro Pietrini, esperto in psichiatrica, direttore della Scuola Imt di Lucca, alla ripresa del processo in Corte di assise.
Secondo lui Ruggiero, all’epoca dell’omicidio, sottufficiale dell’Aeronautica, era "incapace di intendere e volere, in conseguenza di un disturbo di personalità". Una patologia che " permea tutta la sua vita", ha aggiunto rispondendo alle domande dell’avvocato Maria Grazia Gugliotta che, era riuscita ad ottenere la sua citazione come teste, proprio per sollevare il dubio. Ruggero c’è non c’è con la testa? L’omicidio è maturato da una costruzione mentale connessa alle percezioni, alle rivelazioni dell’ex amante Nicoletta Novelli? Di certo la patologia psichiatrica non era mai emersa dagli accertamenti medici dell’Arma Azzurra. Di fatto le note caratteristiche pregresse stese dai superiori lo descrivono come un lavoratore preciso, impeccabile. Caratteristiche ottime per la vita militare ma che, seguendo il ragionamento dello psichiatra, potrebbero rivelarsi fattori di rischio nella vita reale. "Essere meticoloso, programmatico, calcolatore lo hanno indotto ad assumere il ruolo di protettore, enfatizzando le paure: per questo girava armato, cambiava posto in cui dormire". Ruggiero non ha mai assunto farmaci ma dal 2016 in poi "edifica nella sua testa un film del quale lui stesso è protagonista e vittima". Una sorta di narcisista che si ritiene salvifico: Si occupava di tutte le esigenze della Novelli e anche della figlia Micol. "Il giorno dell’ accaduto, il pericolo incombente di vedere il marito che attira a sé la Novelli ed il trolley, realizza quello che era nella sua mente... La volontà del marito di obbligarla a fare quello che lui voleva, la costrizione di portarla in vacanza con lui in analogia con quanto accaduto al ritorno da Lourdes". La molla scatenante dell’omicidio. II giudice vogliono vederci chiaro: hanno disposto una perizia superpartes affidandola al medico legale Gabriele Roca e allo psichiatraPietro Ciliberti. L’incarico sarà affidato il 19 gennaio.
Corrado Ricci