REDAZIONE LA SPEZIA

Il disastro Acam ancora in aula "Tortora non ha responsabilità"

Il giudice civile respinge anche la quarta istanza promossa dall’azienda nei confronti dell’ex ad. Senza fondamento le pretese risarcitorie per 14 milioni. Società condannata a pagare le spese di lite

Anche l’ultima azione di responsabilità promossa da Acam (oggi Iren) nei confronti dell’ex amministratore delegato Pierluigi Tortora ha fatto flop. Nessun danno alla società, nessun assolo svincolato dagli obblighi di relazione-concertazione con gli organi societari. Così ha concluso il giudice civile Tiziana Lottini respingendo il quarto ricorso di Acam (poi coltivato da Iren) che riguardava la campagna acquisti promossa da Tortora tra il 2003 e il 2007 con l’ambizione di rafforzare la presenza della multiutility sul territorio e allargare l’orizzonte operativo ben oltre i confini spezzini. Nel mirino, l’acquisizione e la gestione delle partecipazioni nelle società Safe Waste Srl, Ite.Ko, It.Os, Officina per il territorio e Nettis. Per la parte attrice – assistita dagli avvocati Bianca Piana, Ariel Dello Stralogo e Andrea Mozzati Bianca - operazioni gestite in proprio e cagionevoli di danni per le casse societarie con indotta pretesa di un risarcimento complessivo pari ad un milione e 800mila euro. Per Tortora acquisizioni, sì tessute con impegno in prima linea, ma conseguenza di mandati societari, svolte in attuazione del ruolo di amministratore delegato e in linea con i valori di mercato.

A sostenere le tesi difensive è stato l’avvocato Matteo Melley che ha fatto centro. Lo diceva fin dal momento in cui la causa venne incardinata in Tribunale, nel 2012 per effetto del ricorso dell’Acam. Alla distanza lo ha certificato il perito d’ufficio nominato dal giudice, il dottor Marcello Pollio, nel suo elaborato che ha passato al setaccio operazioni e bilanci societari, con un occhio alle dinamiche di mercato. Nessun danno per Acam, nessuna iniziativa illegittima. La perizia super partes, e di conseguenza la sentenza, hanno fra l’altro evidenziato che dall’operazione Nettis l’Acam maturò un milione e mezzo di profitto. Altro che malagestio. Quella di recente deposito è la quarta sentenza - 24 pagine di scritto vergato dal giudice Lottini (già pm alla Spezia) - inanellata da Tortora a suo favore nel quadro dell’articolato braccio di ferro con Acam-Iren. Questo è anche passato dalle controversie relative alla stipula di contratti di finanziamento a base di derivati (l’Acam chiedeva un risarcimento di 11 milioni di euro), all’acquisto dell’area Saliceti destinata all’impianto di trasformazione dei rifiuti (Acam lamentava danni per un milione di euro) e alla stipula del contratto di noleggio dei mezzi di trasporto (la pretesa aziendale era di 720mila).

Alla fine del contenzioso, a fronte di richieste risarcitorie per circa 14 milioni di euro, l’Acam non ha ottenuto nulla ed è stata condannata a pagare spese legali per quasi 400mila euro. Nell’ultima sentenza, 45mila euro per le spese di lite con Tortora e 25mila per il braccio di ferro con l’assicurazione Aig Europe Limited (sull’onda della polizza Business Guard stipulata da Acam, assistita dagli avvocati Alberto e Franco Monti, Francesco Rolle e Riccardo Caprara.

Corrado Ricci