I titolari della locanda: "Qua siamo sconvolti. Ma guardiamo avanti". Oggi udienza in carcere

Investigatori alle prese con la ricostruzione degli ultimi giorni della coppia. L’arrivo a Tellaro, l’acquisto delle siringhe, la cena e la notte trascorsa a Lerici. Poi la lettera e il giallo dell’eroina. Domani autopsia sul corpo della donna.

I titolari della locanda: "Qua siamo sconvolti. Ma guardiamo avanti". Oggi udienza in carcere

I titolari della locanda: "Qua siamo sconvolti. Ma guardiamo avanti". Oggi udienza in carcere

"Siamo sconvolti, ma vogliamo andare avanti, anche se non è facile. Vorremmo metterci al più presto alle spalle questa tremenda vicenda, e poter essere nuovamente citati e ricordati per la nostra accoglienza e i nostri servizi". Antonina Caldarella, titolare dell’Antica Locanda Luigina a Mattarana, ha la voce stanca ma cordiale quando, risponde al telefono della reception. Da quel terribile 8 dicembre sono solo passati due giorni, ma lei non ha praticamente mai abbandonato la sua storica locanda, in prima linea per sostenere il fardello di una situazione a dir poco difficile, sospesa tra il ricordo ancora vivo della tragedia e la necessità di andare avanti, vuoi per far fronte alle tante prenotazioni di questi giorni prenatalizi, vuoi perché forse il miglior antidoto è proprio quello di continuare. "Dobbiamo fare buon viso a cattiva sorte – dice la donna –. Questa vicenda ci ha segnato a tutti. Uno non si immagina mai che queste cose possano accadere nella propria struttura. Si è pronti magari se il cliente scappa senza pagare il conto, ma a queste cose no".

Una casualità, quella che di fatto ha legato il tragico epilogo di una coppia alla nota locanda. Antonina Caldarella preferisce non affrontare temi che potrebbero riguardare le indagini ancora in corso. "Siamo terribilmente dispiaciuti, per la signora, per la coppia. Il 6 dicembre ci avevano contattati per dirci che avrebbero posticipato il check out, in quanto avevano l’influenza. La nostra struttura si caratterizza anche per la privacy che viene data alle persone che scelgono di soggiornare da noi. Ora, quello che vogliamo è tornare al più presto alla normalità".

Intanto, questa mattina alle 11.30 in tribunale a Massa è prevista l’udienza di convalida: Alfredo Zenucchi, 57anni di Bergamo, accusato di aver ucciso la moglie Rossella Cominotti, di 53 anni, comparirà davanti al gip Dario Berrino, accompagnato dal legale Alberto Rimmaudo. Proprio ieri mattina, tra l’omicida e l’avvocato si è tenuto un colloquio in carcere. L’uomo si trova in isolamento, piantonato. "Si teme che possa tentare il suicidio. È stanco, provato, quasi disinteressato alla questione processuale, è deluso e arrabbiato per non aver compiuto il gesto finale" dice Rimmaudo. Dichiarazioni che confermano la pista portata avanti da Procura e carabinieri, che pure continuano a lavorare per definire i contorni di una vicenda ancora senza movente. Gli investigatori stanno ricostruendo l’intero soggiorno spezzino della coppia, iniziato il 1° dicembre: i due avrebbero tentato invano di alloggiare a Tellaro – dove avrebbero acquistato in una farmacia una confezione di siringhe – e, dopo una cena e una notte trascorsa a Lerici, hanno raggiunto la Val di Vara. Intanto, è confermata per domani l’autopsia sulla salma di Rossella; la Procura dovrebbe affidare la perizia calligrafica sulla lettera ritrovata nell’albergo, sulla quale si farebbe riferimento alla volontà di farla finita con il monossido di carbonio, dando anche istruzioni sulla volontà di non celebrare alcun funerale e sulla cremazione.

Matteo Marcello