CHIARA TENCA
Cronaca

Dalla Valdurasca all'Olanda per fare la scienziata: "Qui ho trovato più opportunità"

La realizzazione professionale della spezzina Giulia Bacchi. Dopo la laurea in ingegneria al Polo è partita per i Paesi Bassi Lavora per una società che usa l’Ai per testare nuovi sapori

Giulia Bacchi

Giulia Bacchi

La Spezia, 29 gennaio 2024 - Dalla Valdurasca a Delft, nei Paesi Bassi, sull’onda delle innovazione, con due assi nella manica: la metodologia ’double diamond’ e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Giulia Bacchi è ’strategic product designer’. Sintetizzando al massimo, colei che trova soluzioni per il committente, studiando un percorso che dal problema porta alla situazione desiderata, dopo un profondo lavoro di analisi, valutazione delle risorse pecuniare, umane e tecnologiche, e alla loro integrazione e messa a sistema per centrare l’obiettivo.

Ci spieghi il suo ruolo.

"Lavoro presso la Dsm-Firmenich, leader mondiale in innovazione alimentare, aromi e fragranze e cerco di sviluppare soluzioni innovative a livello di prodotto, funzionali alle diverse necessità dell’azienda cliente. Posso esser vista sia come consulente interna che come colei che parla con stakeholder esterni e fruitori per capire quali siano le necessità in base a un prodotto o un progetto".

Lavora con la metodologia del double diamond: come funziona?

"Anzitutto, c’è l’analisi per capire quali sono obiettivi nel breve e lungo termine e si applica l’approccio della maieutica, ottenendo desiderata e informazioni a 360 gradi. Quindi, si lavora sull’interazione per arrivare a dare in mano all’utente un organismo vivente che sia in grado di evolversi e adattarsi. Si definiscono persone, profilo, risorse disponibili, tempistiche, si stabilisce ciò che manca e deve essere integrato. Ecco la nostra ’challenge’, sulla base della quale si fa un intervento e si trova la soluzione ottimale. I due diamanti sono lo scenario di partenza e quello ideale di arrivo, comprensivi del come si arriva da uno all’altro. Si applica nei campi più disparati: ad esempio, ho creato una community per un consorzio di start-up e aiutato una compagnia energetica a essere a impatto zero".

Lei utilizza anche l’Ai per lavoro. Che ne pensa ?

"Non ho una competenza settoriale che mi permetta di dare giudizi, ma per esperienza posso dire che è innovazione e dipende dall’uso che ne fai. Per il mio ambito è un grosso supporto per la ricerca e se è facile polarizzarsi su elementi negativi, anche per paura di ciò che non si conosce, in realtà si tratta di algoritmi fatti da persone e non nasce come cattiva. Io uso ChatGtp, ad esempio per riassumere articoli scientifici, ma anche app che hanno plug in di intelligenza artificiale, utilissime quando hai grandi quantità di dati e fai azioni ripetitive. C’è più precisione, si elimina l’errore umano e le possibilità sono enormi: la mia azienda, ad esempio, ha lanciato il primo sapore creato dall’Ai, un gusto di carne grigliata utilizzato nelle alternative a base vegetale intervenendo sulla struttura delle proteine".

Com’è arrivata qui?

"Ho conseguito la triennale in Ingegneria nautica al Polo Marconi, poi la magistrale in Strategic product design a Delft. Sono entrata subito dopo in traineeship per un anno e mezzo in innovation management e leadership: ho lavorato con tre compagnie diverse e con compiti differenti fra robotica, energia e infine con la Dsm – allora si chiamava solo così – e ho ottenuto il contratto a tempo indeterminato come scienziata associata".

Si riconosce nella definizione di cervello in fuga?

"In Italia non ero soddisfatta e ho sentito che l’Olanda mi dava più possibilità, a partire da una facoltà che mi offriva di imparare competenze che mi mancavano qui, grazie a corsi di studio che si focalizzavano su problemi tecnologici. Certo, i primi mesi è stato uno shock culturale: ti cambia la dimensione del mondo attorno, ma ho potuto contare su diversi insegnamenti, primi fra tutti quelli di Roberta Talamoni, con cui ho collaborato alla Festa della Marineria".

C’è qualche controindicazione nel suo lavoro?

"Una sì: ascoltando tutto il giorno i problemi degli altri, non sai più quali siano i tuoi. Ho facilità a trovare soluzioni nel lavoro, ma non sempre nella vita".