
In quattro a giudizio per l’incidente sul lavoro avvenuto il 16 maggio 2017 a Borghetto Vara, costato la vita a Pietro Verrillo, 56 anni all’epoca del fatto, poi deceduto il 2 agosto 2020 per le drammatiche conseguenze.
Era accaduto durante il rifacimento dei due ponti che attraversano il torrente Pogliaschina, danneggiati dall’alluvione dell’ottobre 2011. Il geometra, originario di Caserta, dipendente della Corbo Group che aveva vinto l’appalto dei lavori Anas – era stato investito da un tubo metallico del gas proiettato sul suo corpo, che gli ha procurato un gravissimo trauma cranico encefalico, comportante una malattia insanabile con stato vegetativo a cui conseguiva la morte. La tragedia è stata ricostruita ieri mattina, durante l’udienza preliminare davanti al giudice Marinella Acerbi che, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Rossella Soffio, ha rinviato a giudizio Roberto Corbo, 46 anni domiciliato in provincia di Caserta, datore di lavoro; Franco Corbo, 43 anni, anche lui della provincia di Caserta, in qualità di preposto, entrambi difesi dagli avvocati di fiducia Enrico e Mario Scopesi del foro di Genova; Augusto Mario Isola, 64 anni, residente a Genova, coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, difeso dall’avvocato di fiducia Mario David Mascia di Genova; Raffaele Giovanni Iodice, 60 anni, residente in provincia di Caserta, lavoratore collega della vittima, per non avere osservato le indicazioni di sicurezza in suo possesso riguardo alla protezione dello scavo, difeso dall’avvocato Fabrizio Zarone del foro di Santa Maria Capua a Vetere. A giudizio anche la società Corbo Group per le violazioni della normativa antinfortunistica. Dovranno comparire il prossimo 27 settembre davanti al giudice Giulia Marozzi.
Quel pomeriggio di cinque anni fa, un escavatore nel letto del torrente Pogliaschina stava pulendo il corso d’acqua dai detriti accumulati durante le lavorazioni. Proprio durante le operazioni di pulizia, la benna dell’escavatore ha incocciato un tubo del gas non più in uso che, dopo un paio di sollecitazioni, era stato letteralmente strappato dal suolo. Il pezzo della condotta, sollevato in aria, è finito addosso al capocantiere, che si trovava sulla strada, a osservare il lavoro a pochi metri dal luogo in cui operava la ruspa. Era stato un impatto devastante quello del tubo sul volto di Pietro Verrillo, che era stramazzato al suolo privo di conoscenza. Immediati i soccorsi, portati in prima battuta dai lavoratori del cantiere. Sul posto, allertati dagli stessi operai, il personale medico e infermieristico dell’automedica Delta3 da Brugnato. Che, constatate le gravi condizioni del ferito, ne aveva disposto l’immediato trasferimento al San Martino di Genova, con l’elicottero Drago dei vigili del fuoco. Le indagini sono state effettuate dagli ispettori della struttura di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro Psal dell’Asl 5.
Massimo Benedetti