REDAZIONE LA SPEZIA

Fontane pubbliche, l’acqua costa meno

Il consiglio provinciale approva una tariffa più bassa dedicata ai Comuni. Boccata d’ossigeno per molte amministrazioni della Val di Vara

Fontane pubbliche, bollette più leggere per i Comuni. Una rivoluzione all’insegna del buon senso, quella che verrà varata oggi dal consiglio provinciale con l’introduzione di un’articolazione tariffaria del servizio idrico dedicata al consumo d’acqua nelle fontane pubbliche, che sarà più bassa di quella con cui fino a oggi hanno dovuto fare i conti le amministrazioni comunali, spesso raggiunte – soprattutto nei mesi estivi – da bollette con cifre rilevanti. Una decisione che ha già avuto il parere favorevole dell’Ato idrico della Spezia e che di fatto va a riconoscere lo scopo sociale e la peculiarità delle fontanelle pubbliche, spesso situate nei parchi così come lungo i sentieri e i principali camminamenti dei borghi, e che si tradurrà per le amministrazioni comunali in un minor esborso economico per il consumo d’acqua. Una presenza, quelle delle fontane pubbliche, ben salda in Val di Vara, dove sono ancora molti i ‘rubinetti’ che permettono a residenti e turisti di dissetarsi gratuitamente. L’integrazione all’attuale articolazione tariffaria applicata dal gestore Acam Acque, con l’individuazione di una nuova tipologia d’uso e delle relative tariffe, sarà valida già per l’anno in corso. Le fontane pubbliche disseminate in tutto il territorio provinciale saranno suddivise in due categorie, con differenti tariffe. La prima riguarda le fontane da sorgente, ovvero quelle dove i costi di mantenimento da parte del gestore sono davvero risibili, in quanto non gravati da consumi elettrici legati a impianti di sollevamento o pompaggio dell’acqua, o da particolari trattamenti legati alla potabilizzazione dell’acqua. In questo caso, è prevista da parte del Comune il pagamento di una quota annuale di sei euro, mentre il consumo fino a 1500 metri cubi sarà totalmente gratuito, con le amministrazioni che in caso di sforamento del tetto imposto dal gestore pagheranno 50 centesimi per ogni metro cubo in più di acqua consumata dai propri cittadini.

Poco più alto – ma comunque ben inferiore a quello attuale – sarà il corrispettivo per le fontane pubbliche rientranti nel secondo gruppo, ovvero quello dove i costi marginali sostenuti dal gestore sono un poco più elevati: per questa categoria è previsto il pagamento di una quota fissa di dodici euro all’anno, mentre il consumo fino a 500 metri cubi sarà gratuito, con i Comuni che pagheranno sempre cinquanta centesimi per ogni metro cubo di acqua in più rispetto al tetto individuato dal gestore. Il provvedimento che sarà votato oggi pomeriggio – la seduta del consiglio provinciale inizierà alle 13 – sarà poi inviato anche ad Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti ed ambiente.

Matteo Marcello