Spiagge piene e seggi vuoti: la provincia di Spezia non fa eccezione rispetto al trend generale chiudendo i conti dell’affluenza al referendum al 34.95%, comunque superiore al 30,22 registrato su scala nazionale e in linea col 35,05% a livello regionale, dove Genova è ’capofila’ con 38,47%; più indietro invece Savona (33%) e Imperia (24,7%). Referendum-flop quindi anche in provincia dove tutti i Comuni sono rimasti ben lontani dal quorum, solo Riomaggiore si è avvicinato toccando quota 49.35%. Il secondo Comune per presenza alle urne è Bonassola dove il 48% della popolazione ha deciso di dire la sua al referendum. A Spezia capoluogo l’affluenza si è assesta sul 35,01%, poco di più a Sarzana (36,20). A urne chiuse per sostenitori del ’sì’ e del ’no’ è arrivato il momento di fare un’analisi del risultato.
"Nonostante il quorum non sia stato raggiunto – sostiene Luca Comiti, segretario generale della Cgil in prima linea sul fronte del ’sì’ – registriamo una buona affluenza al voto, segno tangibile dell’interesse e della sensibilità che molti cittadini e cittadine hanno dimostrato verso temi fondamentali per la vita democratica del nostro Paese. Il 34,95% di votanti in provincia rappresenta un buon risultato da cui ripartire, siamo la seconda provincia ligure dopo Genova. Spezia è al 35.01% in provincia abbiamo mobilitato circa 60mila persone. Un segnale importante, che ci incoraggia a proseguire con ancora più forza e convinzione. Questi risultati sono il frutto di una campagna referendaria che ha saputo attraversare i luoghi di lavoro, studio e socialità". Conclusa l’esperienza referendaria Comiti guarda avanti. "La nostra azione sindacale e politica non si ferma qui: continueremo a batterci per salari giusti, contro ogni forma di precarietà, per la sicurezza, la dignità del lavoro e il riconoscimento pieno dei diritti di cittadinanza. Questo non è un punto di arrivo, ma un punto di ripartenza e rilancio della nostra attività".
Parla invece di "sconfitta della sinistra" Maria Grazia Frijia, vicesindaco di Spezia e deputato di Fratelli d’Italia, su posizioni diametralmente opposte alla Cgil rispetto ai temi proposti dal referendum. "La sinistra ha perso, non ha raggiunto il suo obiettivo: col referendum voleva lanciare la guerra al Governo ma è stata smentita. E questo malgrado si siano mossi i cinque partiti del centrosinistra e la Cgil: con loro ha votato anche a una parte di elettori di centrodestra" E anche se in provincia di Spezia il dato affluenza è un po’ più alto rispetto a quello regionale per Frijia "chi ha promosso il referendum ha dimostrato di essere debole anche nella nostra provincia. ll segnale è chiaro: nonostante la mobilitazione dei sindacati e di tutti i partiti di sinistra, a Spezia il cosiddetto ‘campo largo’ perde più del 15% rispetto ai consensi ottenuti alle ultime elezioni regionali. Hanno spinto molto su questa campagna referendaria ma alla fine il risultato per loro è stato disastroso. Risvolti politici? Per come hanno impostato il referendum e l’importanza politica che gli hanno attribuito, dovrebbero dovrebbero fare un passo indietro Elly Schlein e il coordinatore regionale. Erano partiti come una sorta di ’avviso di sfratto’ al Governo, oltretutto con cinque temi come il lavoro e cittadinanza agli stranieri, da sempre nelle corde della sinistra. Ma evidentemente questi argomenti non hanno toccato il cuore nemmeno dei loro stessi elettori".
Sulla scarsa affezione al referendum la coordinatrice e senatrice di Italia Viva Raffaella Paita ha una visione diversa. "Dati di affluenza prevedibili trattandosi di quesiti rivolti al passato, che non interessano chi invece deve fare i conti con i problemi del presente, come l’impoverimento del ceto medio e la crisi industriale: tutti argomenti sul quale il Governo Meloni non può certo cantar vittoria. Per quanto mi riguarda, ho votato sì al quesito sulla cittadinanza e no a quelli sul jobs act, perchè per me era importante confermare il tema delle riforme voluto a suo tempo dal Governo Renzi".