MATTEO MARCELLO
Cronaca

Truffa milionaria ai risparmiatori. Beffati con lo schema Ponzi. Spezzini parte civile al processo

Tre persone hanno visto sparire alcune centinaia di migliaia di euro dopo la promessa di facili guadagni. Chiesta e ottenuta la citazione della banca lituana nella quale sarebbero confluiti i soldi dei raggiri .

L’indagine è della procura di Roma, che ha coordinato gli accertamenti della Guardia di Finanza sui raggiri ai risparmiatori

L’indagine è della procura di Roma, che ha coordinato gli accertamenti della Guardia di Finanza sui raggiri ai risparmiatori

Ci sono anche tre risparmiatori spezzini tra le undici parti civili costituitesi nell’ambito del processo sul crack della Neworkoin, che vede imputate undici persone per truffa. Il Tribunale di Roma ha accolto la richiesta delle parti lese – tutte assistite dall’avvocato spezzino Enrico Conti – di chiamare in causa quale responsabile civile la Trustcom finanziaria Uab di Vilnius, in Lituania: presso tale istituto di credito sarebbe confluito infatti il denaro che sarebbe stato raccolto in maniera illecita dagli imputati. Per i tre spezzini, convinti a investire in diversi prodotti finanziari, la truffa sarebbe nell’ordine di qualche centinaio di migliaia di euro. Secondo l’avvocato Conti, da parte della banca situata nella repubblica baltica non sarebbero state rispettate le direttive antiriciclaggio in vigore nell’Ue (di cui il Paese fa parte). Il processo affonda le sue radici nel 2018, anno in cui sarebbero cominciati gli episodi incriminati poi finiti sotto la lente della guardia di finanza e del procuratore Maria Sabina Calabretta. Agli imputati – capaci, secondo l’accusa, di aver costruito un’organizzazione che operava attraverso una rete di vendita piramidale, assimilabile al classico “schema Ponzi” – viene contestato di aver prospettato falsamente alle persone facili guadagni: un tesoretto sicuro – il cui andamento sarebbe stato possibile monitorare attraverso un registro condiviso detto block chain– con partecipazione a pagamento a una community su piattaforma digitale volta alla realizzazione di un centro commerciale on line; la possibilità di ottenere un bonus (un’entrata mensile) acquistando un pacchetto di licenze, e la possibilità di ricevere un ’token’, ossia una moneta digitale da poter spendere sulla piattaforma, oltre a ulteriori guadagni legati al capitale versato da ogni nuovo finanziatore reperito. Venivano poi proposti ulteriori servizi, quali, tra i quali l’accensione di un conto corrente presso una banca di Malta con relativa carta di credito che avrebbe consentito di utilizzare i fondi accumulati per pagare utenze quali, ad esempio, bollette del gas o della luce. Tra i vantaggi sponsorizzati dall’organizzazione anche guadagno detto “Bonus Jump Rivoluzionario”, pari ad una percentuale del capitale versato, che sarebbe stato riconosciuto alla trentaduesima ed alla cinquantaduesima settimana, inducendo in errore le vittime circa il buon esito dell’affare. I denari delle persone truffate finivano poi sui conti della la Trustcom finanziaria Uab di Vilnius, depositati dagli imputati: da qui la richiesta, accolta dal giudice, della citazione della banca quale responsabile civile, che all’esito del processo potrebbe essere chiamata a rispondere con un risarcimento nei confronti degli undici risparmiatori truffati.

Matteo Marcello