
Apparecchio per l’acquisto del ticket del posteggio (immagine di repertorio)
’Non è una grande idea’. ’Una misura pensata male’. ’Una follia’. Ascendono in una climax i giudizi dei residenti spezzini sulla delibera di giunta che, firmata mercoledì scorso, prevede il rilascio di un permesso di sosta, valido sugli stalli blu e gialli per le attività ricettive di tipo extra-alberghiero: ostelli, affittacamere, bed & breakfast, case e appartamenti per vacanze, case per ferie e agriturismi). Attività, recita il provvedimento, ’ubicate nel territorio comunale; nelle zone Zpru (zone a particolare rilevanza urbanistica, ndr.)’. Benvenga il turismo e i suoi incentivi purché però, dice vox populi, non siano a scapito dei cittadini.
"Non mi sembra una grande idea – esclama Roberta Benchi – e questo perché intanto mi sembra che di parcheggi alla Spezia non ce ne siano tantissimi e inoltre si deve considerare il fenomeno in aumento delle case che vengono convertite in strutture ricettive, un fenomeno per niente positivo in quanto riduce il numero di alloggi per chi vuole abitarvi stabilmente. Sono perplessa, dico la verità". A non condividere la delibera è anche Paola Pareto che conosce i due lati della medaglia: "Io stessa gestisco immobili fuori provincia, quindi capisco il desiderio di venire incontro ai turisti e condivido anche la dimensione turistica che la città di Spezia sta assumendo ma questa delibera mi sembra che vada a scapito dei cittadini". Pacato ma con le idee chiare è Simone Gianardi: "Mi auguro che ci sia presto una revisione di questo provvedimento perché è penalizzante per i cittadini che sono costretti a pagare il costo del biglietto del parcheggio. Trovo necessario pensare meglio questa delibera anche perché oltretutto, se non sbaglio, penalizza anche gli albergatori tradizionali e con loro i clienti che sono sempre turisti". E non sbaglia Gianardi perché la decisione della giunta riguarda le 2.800 strutture disseminate nel comune contro i 18 alberghi. Tra i tanti residenti del centro c’è anche chi ha la soluzione a portata di mano: "I turisti potrebbero posteggiare nei parcheggi di interscambio di piazza D’Armi e piazzale Pozzoli e venire poi con la navetta gratuita in città, senza togliere il posto auto a noi spezzini che già diventiamo matti a trovarne uno – propone riflessivo Mario Azzola –. Devo dire la verità, mio figlio ha smesso di venire a trovarci proprio per il problema del parcheggio. Io sono contenta che vengano i turisti – gli fa eco la moglie Silvana Gualzetti – ma i parcheggi ai residenti non vanno toccati".
Dello stesso avviso Massimo Rossolini: "Siamo alla follia. Già è difficoltoso trovare un parcheggio. E poi non mi sembra affatto giusto per chi deve raggiungere il centro città dalle zone periferiche, magari per comprare o passeggiare oppure, peggio ancora, per chi vi lavora. In questo modo ammazzano anche il commercio con i suoi operatori e con tutta l’utenza". Non va meglio anche per gli artigiani che prestano manodopera nelle stesse strutture extra alberghiere alle quali arride invece il provvedimento. "La delibera è stata fatta a vantaggio delle strutture turistiche – spiega Emanuele Capriulo, impiantista idraulico titolare della Termoklima – ma senza contare tutti i lavoratori che sono coinvolti nelle stesse, per pulizie, manutenzioni varie e gli interventi d’emergenza. Sarebbe opportuno per questo rimodulare il provvedimento andando incontro anche a noi artigiani, per esempio con un pass a canone, già più volte richiesto all’amministrazione".
Dall’altra parte della ‘barricata’ sta invece Roberto Cozzani, presidente del consorzio degli affittacamere ‘Welcome to La Spezia’: "Il "pass turistico" per le strutture extra-alberghiere è una misura adottata dal Comune per rispondere alle difficoltà di accesso segnalate dagli operatori del settore, causate dall’estensione delle aree di sosta regolamentata. Si tratta di una sperimentazione temporanea, attiva fino al 31 dicembre 2025". La misura, secondo Cozzani, punterebbe a migliorare la gestione della mobilità urbana, sostenendo l’accoglienza e favorendo l’economia locale, per un turismo - a sua detta - più ordinato e sostenibile.