La Spezia, 14 agosto 2025 – Ha scelto di non rispondere alle domande del magistrato Umberto Efeso, il 57enne accusato del femminicidio dell’ex moglie, Tiziana Vinci, avvenuto ieri mattina 13 agosto nella villa di un noto imprenditore della logistica spezzina dove la donna lavorava come collaboratrice domestica.

L’autostrasportatore si era costituito davanti ai carabinieri un’ora dopo il delitto, ma davanti al magistrato ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. E' stato indagato per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. L'uomo, che ha precedenti penali specifici per maltrattamenti in famiglia, ha ucciso la 54enne con un coltello a serramanico che aveva portato con sé. L'arma, abbandonata subito dopo il delitto, è stata trovata dai carabinieri. La convalida del fermo dovrebbe avvenire sabato mentre l'autopsia non è stata ancora disposta.
Efeso, nelle prime ore del mattino di ieri, ha suonato al citofono esterno della villa dove lavorava l’ex moglie, ma non gli è stato aperto. Il 57enne è però riuscito ad entrare lo stesso, forse con una copia di chiavi, armato di coltello. Tiziana Vinci è stata colpita con almeno tre coltellate ai fianchi con cieca violenza. La donna è andata in arresto cardiaco e si è spenta nonostante il prodigarsi dei medici del 118 allertati dalla proprietaria di casa.
La vittima era la collaboratrice domestica della famiglia di un noto imprenditore spezzino. Una persona di grande fiducia che aiutava a tenere in ordine la casa. Ieri mattina intorno alle 11 ha ricevuto la visita, inattesa, dell’ex marito con il quale il passato è stato burrascoso. Dopo l’ultima denuncia l’uomo era stato colpito dal divieto di avvicinamento alla donna. I carabinieri stanno verificando anche l’esistenza del braccialetto elettronico che potrebbe essere non funzionante, come già accaduto, oppure manomesso dall’uomo.
"L'ho trovato in uno stato totalmente confusionale. Sofferente, piangente. Gli è cascato il mondo addosso”, dice all’ansa l'avvocato Andrea Buondonno, che assieme al suo collega di studio Nunzio Gallo difende Efeso. Buondonno ha incontrato il suo assistito nella caserma dei carabinieri della Spezia ieri sera alle 23. "'Volevo solo parlare con lei' mi ha detto - ha ricordato il legale - ma probabilmente lei non ha voluto parlare con lui ed è successo quel che è successo. E' stato un colloquio duro, Efeso non era chiaramente presente a se stesso e ha detto più volte di non ricordare nulla".
L’avvocato parla anche della questione legata al braccialetto. "Nelle settimane antecedenti il fatto, è stato lo stesso Efeso ad andare dai carabinieri per segnalare che il braccialetto elettronico non funzionava. Mi chiamava ogni tanto e mi diceva 'avvocato, il braccialetto si scarica, si scarica' e se ne accorgeva perché se incidentalmente incontrava la moglie il braccialetto non suonava" ha detto. Efeso, ha proseguito, "non ha mai violato la misura" di non avvicinamento" ma avrebbe più volte lamentato il "malfunzionamento del braccialetto elettronico. Malfunzionamento - ha sottolineato Buondonno - che ormai è diventato un classico. E' uno strumento che, così come è strutturato, non serve a nulla".